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Doppi diesis e doppi bemolli (Lez. 23) – Corso base di armonia e accompagnamento al pianoforte gratuito

Conoscerai le doppie alterazioni sulla singola nota

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Nella lezione 31 del corso base hai imparato a suonare i diesis e i bemolli. Ripassiamoli un secondo:

  • un diesis è il simbolo che alza la nota di un semitono
  • Il bemolle è il simbolo che abbassa la nota di un semitono
  • Il bequadro è il simbolo che annulla una precedente alterazione, sia essa un diesis o un bemolle

In realtà, ci sono altri simboli comunemente utilizzati nello studio del pianoforte: il doppio diesis, il doppio bemolle, il doppio bequadro, il bequadro-diesis e il bequadro-bemolle.

Sembrano complessi ma in realtà lo sono meno di quanto sembrano. Vediamoli nel dettaglio.

SimboloRaffigurazione graficaCome si suonaEsempio
DiesisAlza la nota di un semitonoUn Sol# è l’equivalente di un Lab. Un Si# è l’equivalente di un Do.
BemolleAbbassa la nota di un semitonoUn Solb è l’equivalente di un Fa#. Un Dob è l’equivalente di un Si.
BequadroAnnulla un precedente diesis o bemolle, sia se è indicato in battuta, sia se presente in armatura di chiaveIn questo caso il secondo Fa è naturale perché ha il simbolo del bequadro
Doppio diesis oppure Alza la nota di due semitoniUn Sol doppio diesis è l’equivalente di un La. Un Si doppio diesis è l’equivalente di un Do#.
Doppio bemolleAbbassa la nota di due semitoniUn Sol doppio bemolle è l’equivalente di un Fa. Un Do doppio bemolle è l’equivalente di un Sib.
Doppio bequadroAnnulla la doppia alterazione di una precedente nota indicata con un doppio diesis o un doppio bemolleIl secondo Fa va eseguito naturale.
Bequadro-DiesisAnnulla un singolo diesis di una precedente nota indicata con un doppio diesisIl secondo Fa va eseguito diesis.
Bequadro-BemolleAnnulla un singolo bemolle di una precedente nota indicata con un doppio bemolleIl secondo Re va eseguito bemolle.

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I nomi dei gradi di una scala (Lez. 22) – Corso base di armonia e accompagnamento al pianoforte gratuito

Imparerai la corretta terminologia per identificare i gradi di una scala

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Come abbiamo già visto in musica, le note della scala si chiamano gradi. Il primo grado della scala maggiore rappresenta la prima nota della scala maggiore.

Il terzo grado della scala minore armonica rappresenta la sua terza nota.

Ad esempio prendiamo la scala di Do maggiore. Il quinto grado sarebbe la quinta nota, quindi è il Sol.

Ogni grado ha rispettivamente un preciso nome. Vediamoli.

  • Il primo grado (I) della scala si chiama tonica
  • Il secondo grado (II) si chiama sopratonica
  • Il terzo grado (III) si chiama modale, mediante o caratteristica
  • Il quarto grado (IV) si chiama sottodominante
  • Il quinto grado (V) si chiama dominante
  • Il sesto grado (VI) si chiama sopradominante
  • Il settimo grado (VII) si chiama sensibile se essa dista un semitono dalla tonica, oppure sottotonica se dista un tono da essa
  • L’ottavo grado in realtà viene assimilato ad un nuovo primo grado, quindi una nuova tonica

Riepilogo: Tonica, sopratonica, modale, sottodominante, dominante, sopradominante, sensibile

Per convenzione, i gradi della scala, in musica, si scrivono con i numeri romani.

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Come imparare a costruire la scala minore melodica (Lez. 21) – Corso base di armonia e accompagnamento al pianoforte gratuito

Imparerai a costruire la scala minore melodica

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La quarta scala e ultima scala che vediamo in questo corso base è quella minore melodica. Essa si origina da quella minore armonica, alzandone il sesto grado di un semitono, per annullare l’intervallo di un tono e mezzo tra il sesto e settimo grado di quella minore armonica, che nella musica vocale è di difficile intonazione. Questa modifica però vale solo per la scala eseguita in fase ascendente (quindi da una nota più bassa alla rispettiva nota un’ottava sopra). In fase discendente non è più necessario mantenere il settimo grado alterato in quanto, scendendo, esso non risolve più sull’ultima nota della scala ma scende al sesto grado, e poi sparisce anche l’alterazione sul sesto grado, per renderla più musicale.

Quindi la scala minore melodica, eseguita in fase ascendente, se la facciamo partire dal La, avrà le note La, Si, Do, Re, Mi, Fa#, Sol#, La e si chiamerà Scala di La Minore Melodica.

  • Tra il La e il Si ci sono due semitoni (c’è un tasto nero in mezzo), quindi c’è un tono
  • Tra il Si e il Do c’è un semitono (non ci sono tasti neri in mezzo)
  • Tra il Do e il Re ci sono due semitoni (c’è un tasto nero in mezzo), quindi c’è un tono
  • Tra il Re e il Mi ci sono due semitoni (c’è un tasto nero in mezzo), quindi c’è un tono
  • Tra il Mi e il Fa c’è un tono (c’è un tasto nero in mezzo)
  • Tra il Fa# e il Sol# ci sono due semitoni (c’è un tasto nero in mezzo), quindi c’è un tono
  • Tra il Sol# e il La c’è un semitono (non ci sono tasti neri in mezzo)

         I                II                III              IV              V               VI              VII            I (o VIII)

Quindi la sequenza della scala minore melodica (in fase ascendente) è: Tono, Semitono, Tono, Tono, Tono, Tono, Semitono.

A differenza delle altre scale minori, la scala minore melodica, in discesa, è diversa, e si presenta come quella minore naturale, ovvero:

        I (o VIII)     VII              VI               V              IV              III               II                I

Quindi:

  • la scala maggiore, minore naturale e minore armonica hanno la salita e la discesa uguali
  • la scala minore melodica ha la salita diversa dalla discesa

La scala minore melodica può essere riprodotta a partire da qualsiasi nota, basta rispettare la sequenza di toni e semitoni e la scala che otteniamo suona come quella che abbiamo appena visto. L’unica cosa che cambia è solamente la sua altezza, in quanto è diversa la nota con cui inizia, ma il motivo musicale rimane lo stesso.

Una scala minore melodica che parte dal Re (scala di Re Minore Melodica) si costruisce nel seguente modo.

Salita:

  • La prima nota (I grado) è il Re
  • La seconda nota (II grado) sta un tono sopra il Re quindi andiamo al Mi
  • La terza nota (III grado) sta un semitono sopra il Mi quindi andiamo al Fa
  • La quarta nota (IV grado) sta un tono sopra il Fa quindi andiamo al Sol
  • La quinta nota (V grado) sta un tono sopra il Sol quindi andiamo al La
  • La sesta nota (VI grado) sta un tono sopra il La quindi andiamo al Si (naturale)
  • La settima nota (VII grado) sta un tono sopra il Si quindi andiamo al Do#
  • L’ottava nota (I grado) sta un semitono sopra il Do# quindi andiamo al Re (più alto)

Discesa:

  • La settima nota (VII grado) sta un tono sotto il Re quindi andiamo al Do
  • La sesta nota (VI grado) sta un tono sotto il Do quindi andiamo al Sib
  • La quinta nota (V grado) sta un semitono sotto il Sib quindi andiamo al La
  • La quarta nota (IV grado) sta un tono sotto il La quindi andiamo al Sol
  • La terza nota (III grado) sta un tono sotto il Sol quindi andiamo al Fa
  • La seconda nota (II grado) sta un semitono sotto il Fa quindi andiamo al Mi
  • La prima nota (I grado) sta un tono sotto il Mi quindi andiamo al Re

Le note della scala di Re minore melodica sono quindi Re, Mi, Fa, Sol, La, Si (naturale), Do#, Re, Do (naturale), Sib, La, Sol, Fa, Mi, Re.

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Come imparare a costruire la scala minore armonica (Lez. 20) – Corso base di armonia e accompagnamento al pianoforte gratuito

Imparerai a costruire la scala minore armonica

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La terza scala che studiamo in questo corso è quella minore armonica, che insieme a quella maggiore, è una delle più importanti.

Essa si origina da quella naturale, alzando il settimo grado di un semitono, questo per renderla più definita, in modo che questo innalzamento generi a livello musicale un’attrazione maggiore verso la nota finale della scala.

Analogamente a quella naturale, se la facciamo partire dal La, avrà le note La, Si, Do, Re, Mi, Fa, Sol#, La e prenderà il nome di Scala di La Minore Armonica.

  • Tra il La e il Si ci sono due semitoni (c’è un tasto nero in mezzo), quindi c’è un tono
  • Tra il Si e il Do c’è un semitono (non ci sono tasti neri in mezzo)
  • Tra il Do e il Re ci sono due semitoni (c’è un tasto nero in mezzo), quindi c’è un tono
  • Tra il Re e il Mi ci sono due semitoni (c’è un tasto nero in mezzo), quindi c’è un tono
  • Tra il Mi e il Fa c’è un semitono (non ci sono tasti neri in mezzo)
  • Tra il Fa e il Sol# ci sono tre semitoni (in mezzo c’è un tasto nero e uno bianco), quindi c’è un tono e mezzo (oppure un tono + un semitono)
  • Tra il Sol# e il La c’è un semitono (non ci sono tasti neri in mezzo)

Quindi la sequenza della scala minore armonica è: Tono, Semitono, Tono, Tono, Semitono, Tono e mezzo, Semitono.

La stessa scala, eseguita in discesa (cioè dal La superiore al La inferiore) è analoga, ovvero ha le stesse note ed è completamente speculare.

La scala minore armonica può essere riprodotta a partire da qualsiasi nota, basta rispettare la sequenza di toni e semitoni che abbiamo visto prima. La scala che otteniamo suona come quella che abbiamo appena visto. L’unica cosa che cambia è solamente la sua altezza, in quanto è diversa la nota con cui inizia, ma il motivo musicale rimane lo stesso.

Una scala minore armonica che parte dal Re (scala di Re Minore Armonica) si costruisce nel seguente modo.

  • La prima nota (I grado) è il Re
  • La seconda nota (II grado) sta un tono sopra il Re quindi andiamo al Mi
  • La terza nota (III grado) sta un semitono sopra il Mi quindi andiamo al Fa
  • La quarta nota (IV grado) sta un tono sopra il Fa quindi andiamo al Sol
  • La quinta nota (V grado) sta un tono sopra il Sol quindi andiamo al La
  • La sesta nota (VI grado) sta un semitono sopra il La quindi andiamo al Sib
  • La settima nota (VII grado) sta un tono e mezzo sopra il Sib quindi andiamo al Do#
  • L’ottava nota (I grado) sta un semitono sopra il Do# quindi andiamo al Re (più alto)

Le note della scala di Re minore armonica sono quindi Re, Mi, Fa, Sol, La, Sib, Do#, Re

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Come imparare a costruire la scala minore naturale (Lez. 19) – Corso base di armonia e accompagnamento al pianoforte gratuito

Imparerai a costruire la scala minore naturale

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La seconda scala che studiamo in questo corso è quella minore naturale. Essa è quella che parte dal La e arriva al La dell’ottava superiore, usando i tasti bianchi della tastiera.

Cioè è quella scala formata dalle note La, Si, Do, Re, Mi, Fa, Sol, La.

Questa scala prende il nome di scala minore naturale. La prima nota è quella che dà il nome alla scala stessa, pertanto essa si chiamerà Scala di La Minore Naturale. Vediamola nel dettaglio.

  • Tra il La e il Si ci sono due semitoni (c’è un tasto nero in mezzo), quindi c’è un tono
  • Tra il Si e il Do c’è un semitono (non ci sono tasti neri in mezzo)
  • Tra il Do e il Re ci sono due semitoni (c’è un tasto nero in mezzo), quindi c’è un tono
  • Tra il Re e il Mi ci sono due semitoni (c’è un tasto nero in mezzo), quindi c’è un tono
  • Tra il Mi e il Fa c’è un semitono (non ci sono tasti neri in mezzo)
  • Tra il Fa e il Sol ci sono due semitoni (c’è un tasto nero in mezzo), quindi c’è un tono
  • Tra il Sol e il La ci sono due semitoni (c’è un tasto nero in mezzo), quindi c’è un tono

Quindi la sequenza della scala minore naturale è: Tono, Semitono, Tono, Tono, Semitono, Tono, Tono.

La stessa scala, eseguita in discesa (cioè dal La superiore al La inferiore) è analoga, ovvero ha le stesse note ed è completamente speculare.

La scala minore naturale può essere riprodotta a partire da qualsiasi nota, basta rispettare la sequenza di toni e semitoni che abbiamo visto prima. La scala che otteniamo suona come quella che abbiamo appena visto. L’unica cosa che cambia è solamente la sua altezza, in quanto è diversa la nota con cui inizia, ma il motivo musicale rimane lo stesso.

Una scala minore naturale che parte dal Re (scala di Re Minore Naturale) si costruisce nel seguente modo.

  • La prima nota (I grado) è il Re
  • La seconda nota (II grado) sta un tono sopra il Re quindi andiamo al Mi
  • La terza nota (III grado) sta un semitono sopra il Mi quindi andiamo al Fa
  • La quarta nota (IV grado) sta un tono sopra il Fa quindi andiamo al Sol
  • La quinta nota (V grado) sta un tono sopra il Sol quindi andiamo al La
  • La sesta nota (VI grado) sta un semitono sopra il La quindi andiamo al Sib
  • La settima nota (VII grado) sta un tono sopra il Sib quindi andiamo al Do
  • L’ottava nota (I grado) sta un tono sopra il Do quindi andiamo al Re (più alto)

Le note della scala di Re minore naturale sono quindi Re, Mi, Fa, Sol, La, Sib, Do, Re

E’ una scala poco utilizzata a causa del suo carattere indefinito, ma è la base per la costruzione di due differenti tipi di scale minori, più utilizzate, che vedremo nelle lezioni successive.

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Come imparare a costruire la scala maggiore (Lez. 18) – Corso base di armonia e accompagnamento al pianoforte gratuito

Imparerai a costruire la scala maggiore

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Ora che hai eseguito il tuo primo pezzo completo con gli accompagnamenti e hai visto come si fa, inizieremo lo studio delle scale in modo che tu ti possa impratichire con tutte le tonalità e tutti gli accordi maggiori, minori e settime!

Iniziamo con il definire una scala: essa è una successione ordinata di note nell’ambito di un’ottava. In altre parole è una serie di note che parte da una nota (es. un Do) e arriva all’ottava superiore (Do più alto). Essa può essere anche invertita, ovvero partire da una nota più alta e terminare nella stessa nota ma un’ottava più bassa.

All’interno di questa ottava ci possono essere più o meno note a seconda della scala, ma tali note sono sempre tutte crescenti o decrescenti.

Ad esempio Do, Re, Mib, Fa#, Sol, La, Sib, Do è una scala.

Do, Re, Mib, Fa#, Sol, La, Lab, Do non è una scala.

Iniziamo dalla scala più semplice, quella che parte dal Do e arriva al Do alto, usando i tasti bianchi della tastiera, cioè quella formata dalle note Do, Re, Mi, Fa, Sol, La, Si, Do.

Questa scala prende il nome di scala maggiore. La prima nota della scala è quella che dà il nome alla scala stessa. Partendo dal do, tale scala prenderà il nome di Scala di Do Maggiore. Vediamola nel dettaglio.

  • Tra il Do e il Re ci sono due semitoni (c’è un tasto nero in mezzo), quindi c’è un tono
  • Tra il Re e il Mi ci sono due semitoni (c’è un tasto nero in mezzo), quindi c’è un tono
  • Tra il Mi e il Fa c’è un semitono (non ci sono tasti neri in mezzo)
  • Tra il Fa e il Sol ci sono due semitoni (c’è un tasto nero in mezzo), quindi c’è un tono
  • Tra il Sol e il La ci sono due semitoni (c’è un tasto nero in mezzo), quindi c’è un tono
  • Tra il La e il Si ci sono due semitoni (c’è un tasto nero in mezzo), quindi c’è un tono
  • Tra il Si e il Do c’è un semitono (non ci sono tasti neri in mezzo)

Quindi la sequenza della scala maggiore è: Tono, Tono, Semitono, Tono, Tono, Tono, Semitono.

Le note della scala si indicano con i numeri romani e sono chiamate gradi. Questo significa che ad esempio la quinta nota della scala di Do maggiore è il quinto grado della scala (nota cerchiata).

La stessa scala, eseguita in discesa (cioè dal Do Alto al Do Centrale) è analoga, ovvero ha le stesse note ed è completamente speculare.

La scala maggiore può essere riprodotta a partire da qualsiasi nota, basta rispettare la sequenza di toni e semitoni che abbiamo visto prima. La scala che otteniamo suona come quella che abbiamo appena visto. L’unica cosa che cambia è solamente la sua altezza, in quanto è diversa la nota con cui inizia, ma il motivo musicale rimane lo stesso.

Una scala maggiore che parte dal Re (scala di Re Maggiore) si costruisce nel seguente modo.

  • La prima nota (I grado) è il Re.
  • La seconda nota (II grado) sta un tono sopra il Re quindi andiamo al Mi
  • La terza nota (III grado) sta un tono sopra il Mi quindi andiamo al Fa#
  • La quarta nota (IV grado) sta un semitono sopra il Fa# quindi andiamo al Sol
  • La quinta nota (V grado) sta un tono sopra il Sol quindi andiamo al La
  • La sesta nota (VI grado) sta un tono sopra il La quindi andiamo al Si
  • La settima nota (VII grado) sta un tono sopra il Si quindi andiamo al Do#
  • L’ottava nota (nuovamente I grado, in quanto è la stessa di partenza) sta un semitono sopra il Do# quindi andiamo nuovamente al Re, ma questa volta all’ottava superiore.

Le note della scala di Re maggiore sono quindi Re, Mi, Fa#, Sol, La, Si, Do#, Re

Una scala maggiore che parte dal Fa# (scala di Fa# Maggiore) si costruisce nel seguente modo.

  • La prima nota (I grado) è il Fa#.
  • La seconda nota (II grado) sta un tono sopra il Fa# quindi andiamo al Sol#
  • La terza nota (III grado) sta un tono sopra il Sol# quindi andiamo al La#
  • La quarta nota (IV grado) sta un semitono sopra il La# quindi andiamo al Si
  • La quinta nota (V grado) sta un tono sopra il Si quindi andiamo al Do#
  • La sesta nota (VI grado) sta un tono sopra il Do# quindi andiamo al Re#
  • La settima nota (VII grado) sta un tono sopra il Re# quindi andiamo al Mi# (Mi# non Fa, perché le note della scala maggiore devono essere progressive, ovvero andare sempre nell’ordine Do, Re, Mi, Fa, Sol, La, Si, mettendo poi i diesis o bemolli quando servono!)
  • L’ottava nota (I Grado) sta un semitono sopra il Mi# quindi andiamo al Mi# (più alto)

Le note della scala di Fa# maggiore sono quindi Fa#, Sol#, La#, si, Do#, Re#, Mi#, Fa#.

Se suonerai tutte queste tre scale che abbiamo costruito, sentirai che suonano tutte allo stesso modo, sono solo più alte oppure più basse.

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La notazione inglese o anglosassone degli accordi (Lez. 17) – Corso base di armonia e accompagnamento al pianoforte gratuito

Imparerai a leggere gli accordi in notazione inglese

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Se sfogli qualche libro di musica Jazz, pop, rock o contemporanea, spesso trovi sopra le partiture delle lettere con accanto dei simboli di maggiore, minore o settima. Sono gli accordi, ma scritti in notazione inglese.

Le note, in denominazione inglese, si rappresentano con delle lettere, ovvero:

  • A: La
  • B: Si
  • C: Do
  • D: Re
  • E: Mi
  • F: Fa
  • G: Sol

Tali lettere possono essere indicate anche in maiuscolo.

il simbolo minore spesso lo trovi invece scritto con una m minuscola accanto alla lettera. Il maggiore il più delle volte non ha simboli, ma potresti trovarlo raramente con una M maiuscola

Vediamo alcuni esempi:

A = accordo di La

Bm = accordo di Si-

EM = accordo di Mi+

Gm = accordo di Sol-

F7 = accordo di Fa7

Prendi ad esempio questa partitura. Inizia con 3 accordi di Fa maggiore, poi a seguire un accordo di Mi7, poi uno di La maggiore, uno di Re minore, uno di Re minore settima e così via fino alla fine del pezzo.

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Come suonare Hallelujah di Cohen / Pentatonix al pianoforte (TUTORIAL COMPLETO) – Es. 32 (Lez. 16) – Corso base di armonia e accompagnamento al pianoforte gratuito

Imparerai ad accompagnare l’Hallelujah con gli arpeggi usando il pedale di risonanza

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In questa lezione ti presento un tutorial guidato per imparare a suonare l’hallelujah di Cohen, interpretato anche dai Pentatonix, con un accompagnamento arpeggiato basato su accordi.

Gli accordi che trovi sono:

  • Do+
  • La-
  • Fa+
  • Sol+
  • Mi+

tutti accordi che già conosci, in quanto visti nelle lezioni precedenti. 

In questo esercizio li eseguiremo trasformandoli in arpeggi. Un arpeggio è una serie di suoni eseguiti in sequenza, solitamente costruita su un accordo.

Dovrai eseguire questa volta gli accordi tutti nella loro forma fondamentale, in quanto creeremo un accompagnamento che richiede il raddoppio di una nota dell’accordo, ovvero la fondamentale, pertanto le regole di concatenazione degli accordi in questo caso non ci servono molto. Inoltre lo stato fondamentale degli accordi, in questo brano, è preferito perché permette di creare un certo tipo di sonorità e di struttura armonica del pezzo che andremo a vedere.

Andiamo a vedere prima di tutto come si presenta il brano.

Nella lezione xxx del mio corso base di pianoforte, avevamo visto il significato della frazione all’inizio del pezzo. Facciamo un breve ripasso. 

La nota sotto (denominatore) rappresenta l’unità di tempo cioè, possiamo dire che rappresenta i battiti. In generale si trova spesso il numero 4, che rappresenta il “quarto” ovvero la durata di una nota che vale 1. In questo esercizio abbiamo l’8, quindi “l’ottavo”, ovvero la metà del quarto. Il battito quindi durerà una croma ovvero mezza nota che vale 1.

La nota sopra (numeratore), indica quanti ottavi (quindi quante crome) ci sono nella battuta, ovvero nello spazio delimitato tra due righe verticali. In musica la battuta viene chiamata unità di misura.

Quindi la frazione si può leggere così: una battuta dura x unità di tempo dove:

  • x rappresenta il numeratore
  • l’unità di tempo, se è 8 indica la durata di una nota che vale mezzo.

Quindi 6/8 si legge così: una battuta dura 6 (numeratore) crome (denominatore, perché c’è il 8, visto che le crome sono chiamate anche ottavi) quindi dura 6 battiti. Tutte le battute del pezzo, finché non verrà riportata una nuova frazione, dureranno 6 battiti. Ogni battito ha la durata di una croma.

Per semplicità, il conteggio dei 6 battiti all’interno della battuta 

avverrà nel seguente modo: un, due, tre, un due, tre.

Iniziamo ora a suddividere il pezzo nei suoi battiti, indicati con delle stanghette rosse:

In ogni battuta ci sono 6 crome.

Nel leggere la mano destra dovrai suonare note che valgono due crome (le semiminime), altre una croma singola (queste qui) e altre invece che valgono 3 crome (le semiminime puntate), e fare attenzione alle legature di valore (quindi non ribattere le note che sono legate con la nota precedente). Ogni battito dura sempre una croma, quindi dovrebbe essere abbastanza semplice!

Facciamo ora il pezzo con la mano destra [tutorial]

Una volta che hai studiato il pezzo con la mano destra, potrai studiare la mano sinistra.

Ogni accordo nella sua forma fondamentale ha 3 note, ma noi lo trasformeremo in un accordo di 4 note, poi trasformeremo l’accordo in un arpeggio.

Step 1: raddoppiamo la fondamentale di ogni accordo, ovvero la prima nota. Quindi l’accordo di Do+, formato dalle note Do, Mi, Sol diventerà un accordo di 4 note Do, Mi, Sol, Do.

In altre parole la nota più bassa dell’accordo va ripetuta un’ottava sopra.

Ora proviamo a suonarli.

Step 2: ora eseguiremo l’accordo, formato da 4 note, una nota per volta partendo da quella più bassa fino a quella più alta e poi torneremo indietro. Avremo fatto in tutto 6 note!

L’accompagnamento sarà così:

Quindi per ogni accordo formato da 4 note (con il raddoppio della fondamentale) dovrai eseguire le note in sequenza, facendo prima le quattro note in salita e poi le 2 in discesa.

Ad esempio l’accordo di Do, lo eseguirai così: Do, Mi, Sol, Do (più alto), Sol, Mi. E poi passi all’accordo seguente. Se non ci sono scritti altri accordi, sarai ancora sotto l’armonia di Do+, quindi rifarai ancora un giri completo Do, Mi, Sol, Do (più alto), Sol, Mi.

Pensiamo questa successione ascendente e discendente di 6 note come due gruppi di tre note, pertanto in totale ogni accordo viene suddiviso in sei note che fanno il relativo arpeggio. Queste note vanno pensate in gruppi da tre perché siamo nel tempo 6/8, e come ti ho detto prima il conteggio del tempo ovvero dei battiti avviene così: un-due-tre-un-due-tre.

Per suonare questi arpeggi, devi accompagnare il movimento delle dita con la rotazione del polso, in modo da alleggerire e rendere sciolto il movimento.

Ora vediamo come incastrare la mano destra con la mano sinistra.

Guarda questa figura. Le 6 barrette rosse all’interno delle battute rappresentano i battuti sui quali dovrai suonare le 6 note degli accordi come abbiamo visto sopra.

Nella prima battuta c’è solo l’accordo con la mano sinistra, quindi dovrai suonare le 6 note arpeggiate dell’accordo di Do+ (Do, Mi, Sol, Do più alto, Sol, Mi). Ogni nota va eseguita in concomitanza delle lineette rosse.

Nella seconda battuta c’è nuovamente solo l’accordo con la sinistra, quindi dovrai suonare le 6 note arpeggiate dell’accordo di La- (La, Do, Mi, La più alto, Do, Mi)

La terza battuta è come la prima.

La quarta battuta ha l’accordo di La-. Vedi le lineette rosse: sono i battiti della battuta, ovvero il suo tempo suddiviso in crome. Farai quindi 5 note dell’arpeggio di La- con la mano sinistra e sull’ultima nota (ovvero il Do), farai il la nota Mi con la mano destra.

La quinta battuta ha l’accordo di Do. Trasformato in arpeggio adesso dovrai fare sei note consecutive. Sul primo Sol della mano destra ci vanno le prime due note dell’arpeggio, sul secondo Sol ci va la terza nota dell’arpeggio, sul terzo Sol ci va la quarta e la quinta nota  dell’arpeggio ed infine sull’ultimo Sol ci va la terza nota dell’arpeggio.

Vediamo ancora la sesta battuta che ha una legatura di valore. Sul primo La ci va la prima nota dell’accordo, sul secondo La la seconda nota, sul terzo La la terza nota, sul quarto La, che non è da suonare con la mano destra ma da mantenere premuto il tasto in quanto legato al precedente, ci vanno altre due note dell’accordo (la quarta e la quinta), ed infine sul Mi della destra ci va la sesta nota dell’accordo.

Una volta che hai sistemato questi incastri, ti consiglio di:

  • suonare la mano destra più forte della mano sinistra, sempre però tenendo morbide e rilassate entrambe le mani.
  • Metti il pedale di risonanza ad ogni accordo. Questo significa che ad ogni prima nota di un nuovo accordo, un microsecondo dopo alzi e abbassi il pedale di risonanza, come visto nella lezione precedente.

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La Ninna Nanna di Brahms con gli accordi arpeggiati – Es. 31 (Lez. 15) – Corso base di armonia e accompagnamento al pianoforte gratuito

Consoliderai la costruzione di un semplice accompagnamento con la mano sinistra e applicherai il pedale di risonanza

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In questa lezione, applicheremo l’accompagnamento che hai imparato nella lezione precedente sulla melodia catalana alla Ninna Nanna di brahms.

Questo accompagnamento ha pochi accordi, ma l’incastro è un po’ più complicato rispetto al quanto imparato nella lezione precedente.

Ecco lo spartito della Ninna Nanna con gli accordi.

Essi sono Do, Sol e Fa, quindi possiamo prendere quelli usati per la Canzonetta di Mozart e per la Primavera di Vivaldi, solamente che li faremo un’ottava più bassa, pertanto li indicherò d’ora in poi in chiave di basso.

Ciascun accordo ha tre note, e anziché eseguire tutte le note dell’accordo insieme come abbiamo sempre fatto, le eseguiremo in sequenza, dove ogni nota dell’accordo vale una semiminima (quindi un quarto o battito). Se analizzi dove sono posizionati gli accordi nella Ninna Nanna, ti accorgerai che c’è un accordo ad ogni inizio battuta, quindi in ogni battuta, essendo il pezzo scritto in ¾, potranno esserci tre note dell’accordo, una ogni battito, eseguite in sequenza.

Ti ricordi come avevamo suddiviso la ninna nanna di Brahms nella prima parte del corso?

Ora applichiamola alla nostra versione con accordi:

Sull’UNO si fa la prima nota dell’accordo (quella più bassa), sul due si fa la seconda nota (quindi quella centrale) ed infine sul tre si fa l’ultima nota (quella più alta). Nella figura successiva in arancione troverai le note della mano sinistra da suonare come indicato.

Una volta che hai interiorizzato questo movimento, facciamo ancora un passo in avanti. Mettiamo il pedale di risonanza.

Il pianoforte ha solitamente tre pedali, noi ora inizieremo ad usare quello di destra. Esso, chiamato pedale di risonanza, ha uno specifico scopo, ma andiamo per gradi.

Quando tu premi un tasto del pianoforte, attivi un complesso meccanismo di leve che aziona un martelletto che a sua volta batte su una corda e la fa vibrare, producendo il suono. Se tieni premuto il tasto, la corda è libera di vibrare e il suono continua finché le vibrazioni della corda terminano da sole. Se, mentre la corda vibra ancora, rilasci il dito dal tasto, si attiva lo smorzatore, ovvero una meccanismo che va agire sulla corda bloccando immediatamente la vibrazione.

Il pedale di risonanza, se premuto, annulla l’effetto di questi smorzatori ovvero fa continuare la vibrazione delle corde percosse anche quando il dito viene alzato dal tasto. Quindi tutte le note che suoniamo, con pedale attivato, continueranno a vibrare (e a produrre il suono) finché la rispettiva corda vibra per conto suo e finché ovviamente teniamo premuto il pedale.

Questo effetto è molto usato nella musica pianistica, e crea delle atmosfere molto belle e particolari.

Ora te lo insegnerò applicato alla Ninna Nanna di Brahms.

Questa è la partitura del pezzo con pedale. Lo vedi indicato in battuta 2 e 3, in realtà poi occorre applicarlo fino alla fine del pezzo in modo analogo.

Il pedale parte dalla seconda battuta. Appena schiacci il Sol con la mano destra (e il Do dell’accordo con la mano sinistra, ricordati che gli accordi li devi fare in sequenza), un microsecondo dopo premi il pedale di destra e lo lasci premuto per tutta la battuta. Appena schiacci la prima nota della battuta successiva, sempre un microsecondo dopo aver premuto la nota, alzi e riabbassi completamente il pedale. E così via per ogni battuta.

Quindi:

  • Appena hai fatto la prima nota della seconda battuta (in questo caso le prime note con mano destra e sinistra insieme), premi il pedale di risonanza e lo tieni premuto mentre suoni le altre note.
  • Alla battuta successiva, appena suoni la prima nota (quindi mano destra e prima nota dell’accordo con la mano sinistra), un microsecondo dopo alzi e riabbassi il pedale, e mantieni premuto.
  • Prosegui così fino alla fine del pezzo.

Per rendere più piacevole il pezzo all’ascolto:

  • suona leggermente più forte la mano destra della mano sinistra
  • tieni sempre morbide entrambe le mani.

Anche per questo esercizio, se hai già seguito il mio corso base di pianoforte, conosci già questa melodia e quindi potrai subito suonarla con gli accordi.

Se invece non hai mai suonato tale pezzo, ti consiglio prima di imparare da sola la mano destra, poi la concatenazione di accordi con la mano sinistra, e dopo, quando conoscerai bene le due parti separatamente, le potrai suonare a mani unite!

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Il tuo primo vero accompagnamento con la mano sinistra sulla melodia catalana di Giochi Proibiti (Lez. 14) – Corso base di armonia e accompagnamento al pianoforte gratuito

Imparerai a fare il tuo primo vero accompagnamento con la mano sinistra

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Nella lezione precedente hai imparato a suonare la melodia catalana con gli accordi. Ora su questi accordi andremo a costruire il tuo primo accompagnamento.

Ecco lo spartito che hai già studiato:

Ti ricordo che gli accordi vanno costruiti così:

–        Re- nello stato fondamentale

–        Sol- nello stato di secondo rivolto

–        La nello stato di primo rivolto

–        La7 nello stato di primo rivolto

–        Re nello stato fondamentale

–        Sol nello stato di secondo rivolto

Ciascun accordo ha tre note (tranne il La7 che ne ha 4), e anziché eseguire tutte le note dell’accordo insieme come abbiamo sempre fatto, le eseguiremo in sequenza, dove ogni nota dell’accordo vale una semiminima (quindi un quarto o battito).

Se analizzi dove sono posizionati gli accordi nella melodia catalana, ti accorgerai che c’è un accordo ad ogni inizio battuta, ed ogni accordo vale 3 quarti, ovvero tre battiti.

L’accompagnamento lo eseguiremo in questo modo: suoniamo in sequenza le note di ciascun accordo anziché tutte insieme: la prima nota dell’accordo va eseguita sul primo battito (sull’UNO), la seconda sul secondo battito (sul DUE) e la terza nota dell’accordo sul terzo battito (sul TRE).

In altre parole, sulle 3 note della mano destra di ogni battuta, faremo le tre note del rispettivo accordo in sequenza.

Il La7, che ha 4 note, lo suonerai senza la 7, quindi farai un La maggiore, che ha 3 note.

Nella figura successiva in rosso troverai le note della mano sinistra da suonare come indicato. Vedi che le note della mano sinistra, scritte in rosso, sono le note di ciascun accordo da fare in sequenza, ciascuna insieme ad una nota della mano destra.

Tieni la mano sinistra più leggera della mano destra!

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