In questo articolo riprenderò il concetto di intervallo musicale e lo approfondiremo, imparando a dare un nume univoco ad ogni intervallo musicale.
Come abbiamo già visto nella lezione 5 del mio corso base di pianoforte, un intervallo rappresenta la distanza tra due note, in altre parole è la loro differenza in altezza. L’altezza, come studiato nella lezione 4 relativa alle qualità dei suoni del mio corso base di pianoforte, è quella caratteristica della musica che distingue un suono grave da uno acuto.
Un intervallo, ovvero la differenza in altezza tra due note, si determina contando quante note ci sono tra la prima e la seconda nota, tenendo conto anche della prima.
Tra il Do e il Mi c’è un intervallo di terza perché si deve contare anche il Do (Do-Re-Mi, terza).
Tra il Do e il Si c’è un intervallo di settima perché si deve contare anche il Do (Do-Re-Mi-Fa-Sol-La-Si, settima).
Intervalli ascendenti e discendenti
Un intervallo può essere ascendente se il conteggio avviene verso note a maggior altezza, oppure discendente se avviene verso note a minor altezza.
Un intervallo Mi-Do ascendente è un intervallo di sesta (Mi-Fa-Sol-La-Si-Do, tutte note che salgono)
Un intervallo Mi-Do discendente è un intervallo di terza (Mi-Re-Do, tutte note che scendono, si conta al contrario)
Se non viene specificato se un intervallo è ascendente o discendente, l’intervallo solitamente viene supposto ascendente.
Un intervallo di Re-Fa ad esempio viene associato ad un intervallo di terza (Re-Mi-Fa) se non specificato ascendente o discendente.
Intervalli maggiori, minori, giusti, eccedenti e diminuiti
Se ti dico che intervallo è Do-Mi? Mi dirai che è una terza. Corretto. Se ora ti chiedo che intervallo è Do-Mib cosa mi dirai? Che è sempre un intervallo di terza, corretto, ma nella realtà la distanza che c’è tra Do e Mi non è la stessa che c’è tra Do e Mib.
Occorre quindi dare un attributo aggiuntivo ad ogni intervallo. Sono entrambi intervalli di terza, ma di differente tipologia
Qui ti darò un metodo pratico per determinare questo attributo. In rete ci sono le tavole degli intervalli con le varie tipologie, ma prima di fartele vedere preferirei trasmetterti il concetto che sta alla base della loro costruzione.
Nel mio corso base di armonia e accompagnamento al pianoforte hai imparato la scala maggiore.
Hai imparato anche a suonare tutte le scale, e dopo parecchi esercizi probabilmente le saprai fare a memoria. Quindi ora conosci le note che formano ogni scala maggiore. Se non te le ricordi, prendi il mio libro degli esercizi in PDF che trovi sul mio sito web, stampati l’esercizio 34 dove trovi tutte le scale scritte, e userai quello come riferimento.
Devi avere in mente le note di ogni scala maggiore. Se hai questa padronanza, sarà facilissimo per te definire la tipologia di ciascun intervallo. Se non te le ricordi a memoria, tieni sottomano lo spartito di tutte le scale maggiori.
Gli intervalli possono essere maggiori, minori, diminuiti, più che diminuiti, eccedenti e più che eccedenti. Si usa anche il termine “aumentato” al posto di eccedente.
Prendiamo la scala di do maggiore, le note sono Do, Re, Mi, Fa, Sol, La, Si, Do
- La distanza tra la tonica e il 2° grado darà un intervallo di seconda maggiore
- La distanza tra la tonica e il 3° grado darà un intervallo di terza maggiore
- La distanza tra la tonica e il 4° grado darà un intervallo di quarta giusta
- La distanza tra la tonica e il 5° grado darà un intervallo di quinta giusta
- La distanza tra la tonica e il 6° grado darà un intervallo di sesta maggiore
- La distanza tra la tonica e il 7° grado darà un intervallo di settima maggiore
- La distanza tra la tonica e il 8° grado darà un intervallo di ottava giusta
- L’intervallo tra la tonica e la sua stessa nota, ovvero di prima chiamato anche unisono, sarà anch’esso un intervallo giusto.
L’intervallo di seconda, terza, sesta e settima sarà maggiore, mentre l’intervallo di prima, quarta, quinta e ottava sarà giusto.
Perché questa distinzione?
Semplicemente perché gli intervalli di ottava, quarta e quinta sono chiamati intervalli perfetti. Devi sapere che Pitagora di Samo (VI-V secolo a.C.) fu il primo studioso, in base alle testimonianze che ci sono giunte, che studiò le proprietà matematiche che intercorrono tra un suono base e la formulazione di altri suoni derivati. Infatti lui prese una corda (inventò uno strumento musicale chiamato monocordo) e scoprì che se tale corda veniva divisa a metà e la si faceva vibrare, si produceva un suono che era lo stesso di prima, ma all’ottava superiore. In fisica questo suono risultante all’ottava superiore ha esattamente il doppio delle vibrazioni di quello base. La stessa cosa la fece con la quinta (facendo vibrare due terzi della corda) e la quarta (tre quarti della corda). Questi intervalli vennero ritenuti gli unici intervalli consonanti in via del loro rapporto matematico, e per questo motivo chiamati perfetti. L’unisono, essendo la stessa nota, è anch’esso un intervallo perfetto.
Se ti dicessi ora, che intervallo è Re-La?
Se conosci la scala di Re maggiore, vedrai che il La è il V grado della scala, quindi tale intervallo è una quinta giusta.
Che intervallo è Mib-Do?
Se conosci la scala di Mib, vedrai che il Do è il VI grado della scala maggiore, quindi tale intervallo è una sesta maggiore.
Ora per terminare il nostro quadro sugli intervalli, devi imparare alcune semplici regole, alcune si applicano agli intervalli maggiori, altre agli intervalli giusti. Dobbiamo vedere cosa succede quando abbassiamo o alziamo i precedenti intervalli formati dalle note della scala maggiore di uno o due semitoni.
Intervallo maggiore
- Quando la seconda nota di un intervallo maggiore è abbassata di un semitono, l’intervallo diventa minore.
- Quando la seconda nota di un intervallo maggiore viene abbassata di due semitoni, l’intervallo diventa diminuito.
- Quando la seconda nota di un intervallo maggiore viene alzata di un semitono, l’intervallo diventa eccedente.
- Quando la seconda nota di un intervallo maggiore viene alzata di due semitoni, l’intervallo diventa più che eccedente.
Intervallo giusto
- Quando la seconda nota di un intervallo giusto viene abbassata di un semitono, l’intervallo diventa diminuito.
- Quando la seconda nota di un intervallo giusto viene abbassata di due semitoni, l’intervallo diventa più che diminuito.
- Quando la seconda nota di un intervallo giusto viene alzata di un semitono, l’intervallo diventa eccedente.
Quando la seconda nota di un intervallo giusto viene alzata di due semitoni, l’intervallo diventa più che eccedente.

Ora hai gli strumenti per capire la cosiddetta tavola degli intervalli.

Facciamo alcuni esempi.
- Lab-Re: è un intervallo di quarta (La-Si-Do-Re). Nella scala di Lab il Re è bemolle, e genererebbe un intervallo di quarta giusta. Nell’intervallo analizzato, il Re è naturale, pertanto rappresenta +1 semitono rispetto all’intervallo di quarta giusta (Lab-Reb). Quindi Lab-Re è un intervallo di quarta eccedente.
- Sib-Dob: è un intervallo di seconda. Nella scala di Sib il Do è naturale, e genererebbe un intervallo seconda maggiore. Nell’intervallo analizzato, il Do è bemolle, pertanto rappresenta -1 semitono rispetto all’intervallo di seconda maggiore (Sib-Do). Quindi Sib-Dob è un intervallo di seconda minore.
- Sol-Fab: è un intervallo di settima. Nella scala di Sol il Fa è diesis, e genererebbe un intervallo di settima maggiore. Nell’intervallo analizzato, il Fa è bemolle, pertanto rappresenta -2 semitoni rispetto all’intervallo di settima maggiore (Sol-Fa#). Quindi Sol-Fab è un intervallo di settima diminuita.
- Do#-Solb: è un intervallo di quinta. Nella scala di Do# il Sol è diesis, e genererebbe un intervallo di quinta giusta. Nell’intervallo analizzato, il Sol è bemolle, pertanto rappresenta -2 semitoni rispetto all’intervallo di quinta giusta (Do#-Sol#). Quindi Do#-Solb è un intervallo di quinta più che diminuita.
Mib-Si#: è un intervallo di quinta. Nella scala di Mib il Si è bemolle, e genererebbe un intervallo di quinta giusta. Nell’intervallo analizzato, il Si è diesis, pertanto rappresenta +2 semitoni rispetto all’intervallo di quinta giusta (Mib-Sib). Quindi Mib-Si# è un intervallo di quinta più che eccedente.