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Esempi di armonizzazione di melodie con modulazioni (Lez. 35) – Corso base di armonia e accompagnamento al pianoforte gratuito

Ti proporrò degli esempi sui criteri per mettere gli accordi ai pezzi che contengono delle modulazioni

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In quest’ultima lezione del corso, analizziamo gli accordi dell’inno alla gioia di Beethoven. Non ho messo i gradi della scala per una ragione che vedremo tra poco.

  1. Sul III grado metto l’accordo maggiore della tonica (Do+)
  2. Sul V grado posso mettere anche il suo accordo maggiore (Sol+)
  3. Sul I grado metto il suo accordo maggiore (Do+)
  4. Sul III grado metto l’accordo maggiore costruito sul I grado  (Do+)
  5. Sul II grado metto l’accordo maggiore costruito sul V grado (Sol+)

la parte successiva da battuta 5 a battuta 8 è analoga. Andiamo a battuta 9.

  1. Sul II grado metto l’accordo maggiore costruito sul V grado (Sol+)
  2. Sul III grado metto l’accordo maggiore costruito sul I grado  (Do+)
  3. Sul II grado metto l’accordo maggiore costruito sul V grado (Sol+)
  4. Sul III grado metto l’accordo maggiore costruito sul I grado  (Do+)
  5. Sul II grado metto l’accordo maggiore costruito sul V grado (Sol+)
  6. Qui compare stranamente l’accordo di Mi che non c’entra nulla con la scala di Do, in quanto ha il Sol# che non è una nota che appartiene alla scala. In realtà qui abbiamo una piccola modulazione da Do Maggiore a La Minore, cioè le note appartenenti al riquadro blu vanno pensate nella tonalità di La Minore. Infatti, se osservi bene le note, sono tutte note che potrebbero appartenere anche alla scala di La Minore armonica, quindi possiamo considerarle appartenenti a questa nuova scala. L’armonizzazione di queste note non segue la scala di Do Maggiore, ma quella di La Minore, pertanto ogni nota del riquadro blu sarà un grado della scala di La Minore e non di Do Maggiore. La prima nota del riquadro blu e un Mi, che nella scala di La minore è il V grado, pertanto metto il suo accordo maggiore, perché dalle regole di armonizzazione della scala minore, sul V grado di una scala minore armonica posso mettere l’accordo minore costruito sulla tonica oppure anche l’accordo maggiore costruito sulla dominante, cioè sul V grado!

Ricapitolando, il primo Mi che incontriamo nel riquadro blu è il V grado della scala di La Minore armonica (e non di quella di Do Maggiore!), allo stesso modo il Do della battuta successiva è il III grado della scala di La Minore (e non quello della scala di Do Maggiore!), e qui metterò quindi l’accordo minore sul I grado, ovvero il La minore.

Il Sol successivo (punto m) invece torna ad essere considerato come appartenente alla tonalità di Do Maggiore, quindi faremo riferimento nuovamente a questa scala, ed esso sarà il V grado.

  1. Sul III grado metto l’accordo minore costruito sul I grado (La-). Ricorda che qui siamo sempre in La minore!
  2. Qui torniamo in Do maggiore. Sul V grado posso mettere anche il suo accordo maggiore (Sol+)
  3. Sul III grado metto l’accordo maggiore costruito sul I grado (Do+)
  4. Qui compare un accordo di Fa, che non troviamo scritto in alcune regola. Ho usato un accordo che non abbiamo ancora visto, un accordo di nona, che usato ogni tanto può rendere molto particolare l’armonia del pezzo, che vedremo nei corsi più avanzati.

Le due battute successive hanno le stesse regole delle ultime due battute della prima riga.

Abbiamo appena visto come variare gli accordi in un pezzo: basta considerare dei pezzi della melodia come appartenenti ad un’altra tonalità, solitamente però tonalità vicine quindi con un accidente in più o in meno in armatura di chiave, più raramente in tonalità lontane. Ogni nota di un brano musicale, può essere pensata come appartenente ad una scala, o, lasciando libero sfogo alla tua fantasia, anche ad un’altra scala! Per questo motivo si può armonizzare lo stesso brano in modi diversi. A questo concetto si unisce poi la grande varietà accordi che esistono (maggiori, minori, accordi di settima di dominante, settime minori, none, e tutti rivolti… ) che creano infinite possibilità musicali ed armoniche, sempre seguendo le regole di base dell’armonia musicale!

Andiamo ancora avanti con l’analisi. Prendiamo ora la partitura della melodia catalana, per vedere con che criterio ho messo gli accordi:

  • Riquadro azzurro: parte pensata in Sol-. Tutte le note che vedi qui appartengono anche alla scala di Sol minore.
  • Riquadro arancione: ho messo un La7 in quanto tale battuta sta per chiudere una sezione. Visto che dalle regole di armonia ci andrebbe un accordo maggiore costruito sul V grado (quindi La) ho messo un La7 in quanto formato dalle stesse note e prossimo ad una chiusura di sezione, pertanto non appesantisce il pezzo. Un utilizzo troppo frequente di accordi di settima appesantirebbe l’armonizzazione del pezzo.
  • Riquadri rossi: la prima nota è vista come una nota di passaggio che anticipa la seconda, che poi viene confermata ad inizio battuta successiva (quindi su un tempo forte, il primo dei tre battiti) .
  • Riquadro verde: c’è una transizione momentanea verso la tonalità di La Minore. L’accordo di La- segue pertanto quello di La maggiore visto che l’unica differenza di note tra i due accordi è nel do (il La minore ce l’ha naturale mentre il La Maggiore ce l’ha diesis).
  • Riquadro viola: sezione pensata nella tonalità di Sol Maggiore. Il Do# che vedi nella seconda battuta del riquadro ha funzione solamente di nota di passaggio.

Vediamo infine l’Halleluja di Cohen:

Il pezzo oscilla continuamente tra accordi di Do+ e di La-, quindi sebbene scritto tutto nella tonalità di Do Maggiore, esso alterna armonie della scala di Do+ e quelle della scala di La-.

Nei riquadri rossi ci sono evidenziati i frammenti armonizzati secondo la scala di La Minore.

Come hai visto ogni pezzo offre infinite possibilità di armonizzazione!

Abbiamo terminato questo primo corso di armonia e accompagnamento. Se ti è piaciuto, se lo hai reputato utile e se vuoi consigliarlo ai tuoi amici o conoscenti, metti un like a questo video!

In questo corso hai imparato gli accordi, i loro rivolti, come si concatenano e li abbiamo trasformati in semplici accompagnamenti. Inoltre hai imparato le scale maggiori e minori, le abbiamo armonizzate, hai imparato a trasportare un brano musicale e hai visto alcuni esempi di come si mettono degli accordi ai pezzi.

Ora sta a te mettere in pratica tutto quello che ti ho insegnato! Nel mio canale ci saranno ancora lezioni e approfondimenti. Continua a seguirmi, buono studio e buona musica!!

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Analisi degli accordi della Canzonetta di Mozart e della Primavera di Vivaldi (Lez. 34) – Corso base di armonia e accompagnamento al pianoforte gratuito

Imparerai il criterio con cui sono stati messi gli accordi

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Facciamo ora un po’ di analisi pratica, su un pezzo che già conosci: la canzonetta di Mozart.

Abbiamo detto che il pezzo è in Do Maggiore.

Ora facciamo questo esercizio: associamo ogni nota del pezzo al rispettivo grado della scala. Quindi ogni Do sarà un I grado, ogni Re un II grado, e così via.

  1. Sul I grado metto il suo accordo maggiore (Do+)
  2. Questi sol sono dei V gradi quindi prenderebbero l’accordo di Do+. Visto che l’ho già suonato prima non lo ripeto per alleggerire un po’ l’accompagnamento.
  3. Sul VI grado metto l’accordo maggiore costruito sul IV grado (Fa+)
  4. Sul V grado metto l’accordo maggiore costruito sul I grado (Do+)
  5. Qui in realtà, essendo un IV grado, ci vorrebbe il suo accordo maggiore (Fa+) che comunque suonerebbe in modo gradevole. In realtà ho fatto un’eccezione: ho considerato il Fa della mano destra come la settima dell’accordo di Sol7 (che ha quattro note: sol, si, re, fa), spezzando l’accordo in 3 note con la mano sinistra (sol, si re, quindi è un accordo di Sol+, quello che vedi scritto) ed il Fa con la mano destra.
  6. Sul III grado metto l’accordo maggiore costruito sul I grado.
  7. Sul II grado metto l’accordo maggiore costruito sul V grado (Sol+)
  8. Sul I grado metto il suo accordo maggiore (Do+)

andiamo alla seconda riga

  1. Sul V grado metto l’accordo della tonica (Do+)
  2. Qui ragiono come nel punto e, ovvero spezzo l’accordo di Sol7 tra la mano sinistra (note sol, si, re) e la mano destra (nota fa).
  3. Sul III grado metto l’accordo maggiore costruito sul I grado.
  4. Sul II grado metto l’accordo maggiore costruito sul V grado (Sol+)

Hai visto come le regole di armonizzazione che abbiamo visto, servono per armonizzare piacevolmente un brano musicale. Certo, puoi usare molteplici eccezioni, ma queste regole sono un’importante base di partenza per imparare a mettere gli accordi ai pezzi!

Facciamo ancora un po’ di analisi pratica, su un altro pezzo che già conosci: la primavera di Vivaldi.

Facciamo come prima: numeriamo ogni nota del brano come una nota della scala di Do Maggiore, visto che il pezzo è scritto in questa tonalità.

Gli accordi non sono stati messi su tutte le note della mano destra, altrimenti il pezzo sarebbe troppo appesantito. Qui è stato scelto di mettere l’accordo ad inizio di ogni battuta (sul primo dei quattro battiti che è un cosiddetto tempo forte), e in alcune battute anche sulla seconda nota, per evitare la sovrapposizione di armonie dissonanti. 

  1. Sul III grado metto l’accordo maggiore costruito sul I grado (Do+)
  2. Sul V grado posso mettere anche il suo accordo maggiore (Sol+)
  3. Sul III grado metto l’accordo maggiore costruito sul I grado  (Do+)
  4. Sul V grado posso mettere anche il suo accordo maggiore (Sol+)
  5. Sul III grado metto l’accordo maggiore costruito sul I grado (Do+)
  6. Sul II grado metto l’accordo maggiore costruito sul V grado (Sol+)
  7. Sul V grado metto l’accordo maggiore costruito sul I grado (Do+)
  8. Sul VI grado metto l’accordo maggiore costruito sul IV grado (Fa+)
  9. Sul V grado metto l’accordo maggiore costruito sul I grado (Do+)
  10. Sul V grado metto l’accordo maggiore costruito sul I grado (Do+)
  11. Sul VI grado metto l’accordo maggiore costruito sul IV grado (Fa+)
  12. Sul V grado metto l’accordo maggiore costruito sul I grado (Do+)
  13. Sul VI grado metto l’accordo maggiore costruito sul IV grado (Fa+)
  14. Sul V grado metto l’accordo maggiore costruito sul I grado (Do+)
  15. Sul III grado metto l’accordo maggiore costruito sul I grado (Do+)
  16. Sul II grado metto l’accordo maggiore costruito sul V grado (Sol+)
  17. Sul I grado metto il suo accordo maggiore (Do+)

Qui non ci sono eccezioni rispetto alle regole di armonizzazione della scala maggiore che abbiamo visto nelle lezioni di questo corso.

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L’armonizzazione delle scale maggiori e minori – Es. 34 (Lez. 33) – Corso base di armonia e accompagnamento al pianoforte gratuito (Parte 2)

Imparerai a suonare tutte le scale con gli accordi di accompagnamento (quelle con i bemolli in chiave)

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Qui trovi le scale armonizzate:

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L’armonizzazione delle scale maggiori e minori – Es. 34 (Lez. 32) – Corso base di armonia e accompagnamento al pianoforte gratuito (Parte 1)

Imparerai a suonare tutte le scale con gli accordi di accompagnamento (quelle con i diesis in chiave)

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Per avere padronanza di ogni tonalità (per poter eseguire più facilmente le melodie) e dei rispettivi accordi da utilizzare, dovrai imparare poco alla volta tutte le scale con i rispettivi accordi.

  • La mano destra esegue la scala
  • La mano sinistra esegue il relativo accordo

Lo scopo di questo esercizio è duplice:

  • imparando ogni scala con la mano destra sarà poi più facile leggere i brani nella loro tonalità, perché verrà automatico muoversi lungo le note della scala tenendo conto, in modo del tutto naturale e automatico, dei rispettivi diesis e bemolli
  • imparando gli accordi di accompagnamento, sarà più semplice trovare gli accordi di accompagnamento quando si esegue una melodia e soprattutto si impareranno tutti!

Iniziamo in questa lezione a vedere le scale con i diesis in chiave.

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L’armonizzazione della scala minore armonica – Es. 33 (Lez. 31) – Corso base di armonia e accompagnamento al pianoforte gratuito

Imparerai a mettere gli accordi di accompagnamento alla scala minore armonica

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La scala minore armonica è quella che è comunemente utilizzata come base per i brani scritti in modo minore. Abbiamo visto che è composta da 8 note (se consideriamo anche l’ultima nota che è la tonica all’ottava superiore). In realtà i gradi della scala sono 7:

  • Tonica (I grado)
  • Sopratonica (II grado)
  • Modale (III grado)
  • Sottodominante (IV grado)
  • Dominante (V grado)
  • Sopradominante (VI grado)
  • Sensibile (VII grado)

Armonizzare la scala significa mettere un accordo di accompagnamento ad ogni grado della scala in modo che la sua esecuzione con gli accordi, risulti gradevole all’orecchio. Come visto per la scala maggiore, per arrivare a ciò occorre applicare alcune regole pratiche che ti illustrerò ora. E nel frattempo applichiamo queste regole alla scala di la minore armonica.

  • Sul I grado (tonica) si può mettere il suo accordo minore. Sul La metterai quindi il La minore.
  • Sul II grado (sopratonica) si può mettere l’accordo maggiore costruito sul V grado (dominante). Sul Si metterai quindi il Mi maggiore.
  • Sul III grado (modale) si può mettere l’accordo minore costruito sul I grado (tonica). Sul Do metterai quindi il La minore.
  • Sul IV grado (sottodominante) si può mettere il suo accordo minore. Sul Re metterai quindi il Re minore.
  • Sul V grado (dominante) si può mettere l’accordo minore costruito sul I grado (tonica) oppure il suo accordo maggiore. Se preceduto o seguito dall’accordo costruito sul IV grado (sottodominante), è preferibile usare l’accordo costruito sul I grado (tonica). Visto che l’accordo prima è il Re minore (è l’accordo minore costruito sul IV grado ovvero sulla sottodominante) metterai il La minore.
  • Sul VI grado (sopradominante) si può mettere l’accordo minore costruito sul IV grado (sottodominante). Sul Fa metteremo quindi il Re minore.
  • Sul VII grado (sensibile) si può mettere l’accordo maggiore costruito sul V grado (dominante) oppure l’accordo di settima di dominante (costruito ovviamente sul V grado ovvero sulla dominante), se il VII grado (la sensibile) risolve al I grado (la tonica all’ottava superiore). Sul Sol# metterai quindi il Mi maggiore oppure il Mi settima, visto che il Sol# successivamente sale a La.

Ho usato volontariamente il termine “si può mettere” proprio perché non esistono regole uniche e universali, ma queste sono alcune delle possibilità per dare alla scala un’armonizzazione gradevole al nostro orecchio. Queste regole andremo man mano ad ampliarle.

Applichiamo ora le regole ad un’altra scala. Prendiamo il Fa# minore.

  • Sul I grado (tonica) si può mettere il suo accordo maggiore. Sul Fa# metterai quindi il Fa# minore.
  • Sul II grado (sopratonica) si può mettere l’accordo maggiore costruito sul V grado ovvero sulla dominante. Sul Sol# metterai quindi il Do# maggiore.
  • Sul III grado (modale) si può mettere l’accordo minore costruito sul I grado (tonica). Sul La metterai quindi il Fa# minore.
  • Sul IV grado (sottodominante) si può mettere il suo accordo maggiore. Sul Si metterai quindi il Si minore.
  • Sul V grado (dominante) si può mettere l’accordo minore costruito sul I grado (tonica) oppure il suo accordo maggiore. Se preceduto o seguito dall’accordo costruito sul IV grado (sottodominante), è preferibile usare l’accordo costruito sul I grado (tonica). Visto che l’accordo prima è il Si minore (è l’accordo minore costruito sul Vi grado ovvero sulla sottodominante) sul Do# metterai il Fa# minore.
  • Sul VI grado (sopradominante) si può mettere l’accordo minore costruito sul IV grado (sottodominante). Sul Re metterai quindi il Si minore.
  • Sul VII grado (sensibile) si può mettere l’accordo maggiore costruito sul V grado (dominante) oppure l’accordo di settima di dominante (costruito ovviamente sul V grado ovvero sulla dominante), se il VII grado (la sensibile) risolve al I grado (la tonica un’ottava più alta). Sul Mi# metterai quindi il Do# maggiore oppure il Do# settima, visto che il Mi# successivamente sale a Fa#.

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L’armonizzazione della scala maggiore – Es. 33 (Lez. 30) – Corso base di armonia e accompagnamento al pianoforte gratuito

Imparerai a mettere gli accordi di accompagnamento alla scala maggiore

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Ora che conosci le scale e le modulazioni, possiamo iniziare la parte relativa all’armonizzazione di un brano musicale. 

Armonizzare un brano significa mettere gli accordi, ovvero costruire il suo accompagnamento.

Nello studio classico dell’armonia nei conservatori italiani, si parte da una melodia al basso e si costruiscono le altre voci superiori. Qui faremo invece il processo inverso, ovvero quando uso il termine armonizzare intenderò costruire la successione di accordi di accompagnamento.

Per arrivare all’armonizzazione di un intero brano musicale, occorre però passare dalla semplice armonizzazione di ogni grado della scala. Successivamente, applicheremo queste regole pratiche ad uno specifico brano musicale.

La scala maggiore è composta da 8 note (se consideriamo anche l’ultima nota che è la tonica all’ottava superiore). In realtà i gradi della scala sono 7:

  • Tonica (I grado)
  • Sopratonica (II grado)
  • Modale (III grado)
  • Sottodominante (IV grado)
  • Dominante (V grado)
  • Sopradominante (VI grado)
  • Sensibile (VII grado)

Armonizzare la scala significa mettere un accordo di accompagnamento ad ogni grado della scala in modo che la sua esecuzione con gli accordi, risulti gradevole all’orecchio.

Per arrivare a questo occorre applicare alcune regole pratiche che ti illustrerò ora.

Prima però impariamo a suonare con la mano destra la scala di do maggiore.

Eccola con la diteggiatura corretta:

Nel riquadro rosso viene evidenziato il passaggio del pollice. Occorre far perno sul terzo dito della mano destra e passare il pollice sotto la mano andando a suonare il fa successivo con il pollice. Una volta premuto, la mano si riallinea immediatamente nella nuova posizione.

  • Sul I grado (tonica) si può mettere il suo accordo maggiore. Sul Do metterai quindi il Do maggiore.
  • Sulla II grado (sopratonica) si può mettere l’accordo maggiore costruito sul V grado (dominante). Sul Re metterai quindi il Sol maggiore.
  • Sul III grado (modale) si può mettere l’accordo maggiore costruito sul I grado (tonica). Sul Mi metterai quindi il Do maggiore.
  • Sul IV grado (sottodominante) si può mettere il suo accordo maggiore. Sul Fa metterai quindi il Fa maggiore.
  • Sul V grado (dominante) si può mettere l’accordo maggiore costruito sul I grado (tonica) oppure il suo accordo maggiore. Nell’armonizzazione della scala, metteremo l’accordo maggiore costruito sulla tonica (Do maggiore).
  • Sul VI grado (sopradominante) si può mettere l’accordo maggiore costruito sul IV grado (sottodominante). Sul La metterai quindi il Fa maggiore.
  • Sul VII grado (sensibile) si può mettere l’accordo maggiore costruito sul V grado (dominante) oppure l’accordo di settima di dominante (costruito ovviamente sul V grado ovvero sulla dominante), se il VII grado (la sensibile) risolve alla tonica (quindi sul I grado successivo). Sul Si metteremo quindi il Sol maggiore oppure il Sol settima, visto che il Si successivamente sale a Do.

Ecco la scala armonizzata:

Ho usato volontariamente il termine “si può mettere” proprio perché non esistono regole uniche e universali, ma queste sono alcune delle possibilità per dare alla scala maggiore un’armonizzazione gradevole al nostro orecchio. Queste regole andremo man mano ad ampliarle.

Applichiamo ora le regole ad un’altra scala. Prendiamo il Fa Maggiore.

Nel riquadro rosso viene nuovamente evidenziato il passaggio del pollice. Qui però lo faremo sul quarto dito. Occorre far perno sul quarto dito della mano destra e passare il pollice sotto la mano andando a suonare il fa successivo con il pollice. Una volta premuto, la mano si riallinea immediatamente nella nuova posizione.

  • Sul I grado (tonica) si può mettere il suo accordo maggiore. Sul Fa metterai quindi il Fa maggiore.
  • Sul II grado (sopratonica) si può mettere l’accordo maggiore costruito sul V grado (dominante). Sul Sol metterai quindi il Do maggiore.
  • Sul III grado (modale) si può mettere l’accordo maggiore costruito sulla tonica. Sul La metterai quindi il Fa maggiore.
  • Sul IV grado (sottodominante) si può mettere il suo accordo maggiore. Sul Sib metterai quindi il Sib maggiore.
  • Sul V grado (dominante) si può mettere l’accordo maggiore costruito sul I grado (tonica) oppure il suo accordo maggiore. Se preceduto o seguito dall’accordo costruito sul IV grado ovvero la sottodominante, è preferibile usare l’accordo costruito sul I grado (tonica). Visto che l’accordo prima è il Sib maggiore (è l’accordo maggiore costruito sul IV grado ovvero sulla sottodominante) sul Do metterai il Fa maggiore.
  • Sul Vi grado (sopradominante) si può mettere l’accordo maggiore costruito sulla sottodominante. Sul Re metterai quindi il Sib maggiore.
  • Sul VII grado (sensibile) si può mettere l’accordo maggiore costruito sul V grado (dominante) oppure l’accordo di settima di dominante (costruito ovviamente sul V grado ovvero sulla dominante), se la sensibile risolve al I grado (la tonica subito dopo la sensibile). Sul Mi metterai quindi il Do maggiore oppure il Do settima, visto che il Mi successivamente sale a Fa.

Solo dopo che hai compreso le regole per mettere gli accordi, inizia a suonare queste due scale con gli accordi in modo impeccabile. Subito è importante che tu capisca il concetto in modo teorico, successivamente impara anche a suonarle.

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Come trasportare una melodia con modulazioni (Lez. 29) – Corso base di armonia e accompagnamento al pianoforte gratuito

Imparerai a trasportare un brano musicale che contiene delle modulazioni

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Riprendiamo il nostro pezzo che abbiamo studiato, la Melodia Catalana di “Giochi proibiti”.

Ora vogliamo alzare il brano di un tono, quindi passeremo dalla tonalità di Re- a quella di Mi-.

L’armatura di chiave passerà da quella della scala di Re- (con un bemolle in chiave, il Si), a quella della scala di Mi- (con un diesis in chiave, il Fa).

A metà pezzo però abbiamo una modulazione improvvisa (transizione) da Re- a Re+ (con due diesis in chiave), quindi nel trasporto dovremo passare da Mi- (con un diesis) a Mi+ (con 4 diesis in chiave).

Per determinare quali note sono diesis o bemolli, ricordati sempre di controllare la figura del circolo delle quinte, che hai visto nella lezione 24.

Ecco il pezzo trasportato un tono sopra:

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Modulazione e Transizione (Lez. 28) – Corso base di armonia e accompagnamento al pianoforte gratuito

Imparerai a riconoscere la modulazione e la transizione ad una nuova tonalità

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Modulare significa cambiare tonalità all’interno di un brano. Il cambio di tonalità può essere temporaneo, cioè quando un brano passa in una nuova tonalità, ci sta un po’ e poi successivamente ritorna alla tonalità di origine oppure definitivo, quando si chiude nella nuova tonalità.

La modulazione, nel senso stretto del termine, indica per lo più un cambio di tonalità preparato, ovvero quando mediante una serie di accordi e passaggi si passa gradualmente ad una nuova tonalità. 

Il cambio di tonalità può essere anche improvviso, cioè senza preparazione. In questo senso più che di modulazione si tratta di transizione ad una nuova tonalità.

Le modulazioni possono avvenire verso toni vicini e toni lontani. Una modulazione ad una tonalità vicina è un passaggio ad una tonalità che ha solamente un’alterazione (in armatura di chiave) in più o in meno rispetto alla tonalità di origine. Una modulazione ad un tono lontano è un passaggio ad una tonalità che ha due o più alterazioni (in armatura di chiave) in più o in meno rispetto alla tonalità di origine.

Un passaggio da Do+ a La- è un passaggio ad una tonalità vicina, mentre un passaggio da Do+ a Fa#- è ad una tonalità lontana.

Prendiamo ora un brano che abbiamo già studiato:

A metà della seconda riga, da battuta 16 a battuta 17, c’è un cambio di tonalità. Esso è immediato, perché si passa direttamente all’accordo di Re- a quello di Re (che è la nuova tonalità), quindi più che di modulazione, si parla qui di transizione.

Vediamo un altro pezzo.

Nel riquadro blu trovi due accordi che non appartengono alla tonalità di La minore in particolare:

  • L’accordo di Do+ ha le note Do, Mi, Sol ma il Sol nella scala di La Minore è diesis, mentre in questo accordo è naturale.
  • L’accordo di Sol+ ha la prima nota, il Sol, naturale mentre la scala di La Minore ha il Sol diesis.

Subito dopo il riquadro blu, gli accordi che troviamo hanno tutte note che nuovamente appartengono alla scala di La minore, quindi possiamo dire che:

  • All’inizio del riquadro blu c’è una modulazione ad una nuova tonalità.
  • A fine riquadro blu, torniamo alla tonalità originale.

Nel riquadro blu inoltre la mano destra esegue un sol naturale, che non è presente nella scala di la minore armonica.

Quindi il pezzo fa due semplici modulazioni.

La battuta blu invece in che tonalità è scritta?

Non abbiamo alterazioni, quindi viene da pensare ci potrebbe essere una modulazione alla rispettiva scala maggiore, ovvero nella tonalità di Do Maggiore. Abbiamo due accordi (Do+ e Sol+) che hanno tutte note che appartengono alla scala di Do Maggiore. Anche tutte le note della mano destra sono note che appartengono alla scala di Do Maggiore, quindi la modulazione sarà verso la tonalità di Do Maggiore.

Le prime tre note del riquadro azzurro preparano la nuova tonalità, che poi viene confermata con il successivo Mi della mano destra a battuta 19 con insieme l’accordo di Do maggiore.

A battuta 23 abbiamo nuovamente un accordo di La-, che in realtà contiene anche note proprie della scala di Do maggiore, ma subito dopo abbiamo un accordo di Mi che ha al suo interno il Sol#, e qui non ci sono più dubbi nel ritorno alla tonalità di origine, ovvero La minore.

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Tonalità vicine e tonalità lontane (Lez. 27) – Corso base di armonia e accompagnamento al pianoforte gratuito

Imparerai quando due tonalità si dicono vicine e quando si dicono lontane

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Abbiamo visto che ogni scala e quindi ogni tonalità ha una sua specifica armatura di chiave, ovvero un certo numero di diesis o bemolli posizionati vicino alla chiave. Re maggiore ad esempio presenta due diesis, il fa e il do, si dice pertanto che ha due diesis in chiave.

Due tonalità, tra di loro, possono essere vicine o lontane:

  • Due tonalità si dicono tra loro vicine quando vi è una differenza, tra le due armature di chiave, di una sola alterazione al massimo (diesis o bemolle in chiave).
  • Due tonalità si dicono tra loro lontane quando vi è una differenza, tra le due armature di chiave, di due o più alterazioni (diesis o bemolle in chiave).

Vediamo qualche esempio:

  • Do+ e La- sono tonalità vicine (entrambe non hanno alterazioni in chiave)
  • Sol+ e Re+ sono tonalità vicine (Sol maggiore ha 1 diesis in chiave, Re maggiore ne ha due, la differenza è pari ad un diesis)
  • Do+ e Re- sono tonalità vicine (Do maggiore non ha alterazioni in chiave, Re- ha solo un bemolle, la differenza è pari ad un bemolle)
  • Do+ e Mi+ sono tonalità lontane (Do maggiore non ha alterazioni in chiave, Mi+ ha quattro diesis in chiave, la differenza è di 4 diesis)
  • Sol- e Lab+ sono tonalità lontane (Sol minore ha due bemolli in chiave, Lab ne ha 4, la differenza è di 2 bemolli)
  • Sol+ e Fa+ sono tonalità lontane (Sol maggiore ha un diesis in chiave, Fa maggiore ha un bemolle in chiave, in questo caso le alterazioni sono completamente diverse quindi sono lontane, in realtà, guardando il circolo delle quinte, la differenza sarebbe di 2 accidenti)

Una regola pratica per determinare se due tonalità sono vicine è quella di vedere il circolo delle quinte. Se le tonalità sono una dopo l’altra allora sono tonalità vicine, altrimenti, sono lontane con una particolare eccezione che vedremo ora.

Due tonalità sono vicine se si trovano l’una dopo l’altra sul circolo delle quinte e hanno:

  • tutte e due da 0 a 7 diesis in chiave, oppure
  • tutte e due da 0 a 7 bemolli in chiave

Lab maggiore e Do# maggiore, sebbene l’una dopo l’altra sul circolo delle quinte, sono tonalità lontane perché Lab maggiore ha 4 bemolli in chiave e Do# maggiore 7 diesis in chiave. La differenza è pertanto di 11 accidenti.

Al contrario Lab maggiore è tonalità vicina rispetto a Reb maggiore perché c’è solo un bemolle in chiave di differenza.

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Come trasportare un brano musicale in un’altra tonalità (Lez. 26) – Corso base di armonia e accompagnamento al pianoforte gratuito

Come alzare o abbassare un brano musicale cambiando la tonalità

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Nelle lezioni precedenti, abbiamo imparato come è possibile scrivere la stessa scala, minore o maggiore, a partire da qualsiasi nota, rispettando l’ordine dei semitoni.

Ad esempio la scala maggiore formata dalla successione Tono, Tono, Semitono, Tono, Tono, Tono, Semitono, se la riproduci prima dal Re e poi dal Mi, rispettando questa successione, ottieni due scale che suonano allo stesso modo, cambia solamente la loro altezza.

Allo stesso modo, questo ragionamento lo puoi fare con qualsiasi brano musicale: puoi riprodurre qualsiasi brano musicale a partire da qualsiasi nota della tastiera, purché rispetti la successione toni/semitoni di ogni sua nota (sia mano destra che mano sinistra) nella versione originale.

Ad esempio se vuoi trascrivere un pezzo dalla tonalità di Re Maggiore a quella di Do Maggiore, devi abbassare ogni nota del pezzo di un tono. Quindi tutte le note vanno abbassate di un tono mantenendo inalterato tutto il resto ovvero battute, durata delle note, ecc. Le uniche cose che dovrai modificare saranno:

  • l’armatura di chiave, che va adattata alla nuova tonalità di riferimento
  • gli intervalli tra ogni nota del pezzo, che dovranno essere identici per entrambe le tonalità. 

Vediamo ora un piccolo esempio di trasporto di una melodia molto semplice che hai studiato, ovvero la Canzonetta attribuita a Mozart.

Facciamo il trasporto della melodia con gli accordi, così imparerai sia a trasportare la melodia, che l’accompagnamento.

Vogliamo abbassare la melodia di un tono. Questo significa che tutte le note e gli accordi verranno scritti un tono sotto (due semitoni sotto).

Vediamo come fare.

Step 1: identificare la tonalità del pezzo

Nella canzonetta di Mozart abbiamo che:

  • Inizia con la nota Do.
  • Termina con la nota Do.
  • Non si trovano sensibili del pezzo relative alla tonalità di La minore (sarebbero i Sol#).
  • il pezzo inizia subito con l’accordo di Do maggiore
  • Il pezzo termina con l’accordo di Do.

Possiamo quindi dire che il pezzo è scritto in Do Maggiore. Infatti esso ricorda molto di più la scala di Do Maggiore che quella di La minore, e questa è un’ulteriore verifica.

Ora immaginiamo di voler abbassare questo brano di un tono. Un tono sotto il Do troviamo il Sib. Il Sib maggiore quindi sarà la nostra tonalità di riferimento.

Step 2: scrivere la nuova armatura di chiave

Ora che abbiamo identificato la nuova tonalità, occorre vedere la sua armatura di chiave. Vedendo la figura relativa al circolo delle quinte studiato nella lezione 24, vediamo che il Sib maggiore ha due bemolli in chiave, il Si ed il Mi.

La nuova armatura di chiave sarà quindi

Step 3: trasportare tutte le note e gli accordi nella nuova tonalità

Una volta riportata la nuova armatura di chiave nel pentagramma, occorrerà abbassare ogni nota ed ogni accordo di un tono, facendo attenzione alle note che diventano bemolli tramite l’armatura di chiave. Se le note della partitura originale non hanno alterazioni, semplicemente ti basterà riportarle nella nuova tonalità senza alterazioni, chiamandole con il nuovo nome.

Questo significa che i primi due Do della prima battuta diventeranno due Sib, però senza scrivere direttamente il bemolle accanto alla nota, in quanto tale simbolo è già riportato in armatura di chiave. Sempre nella prima battuta, i due Sol diventeranno due Fa.

Riguardo gli accordi, l’accordo di Do diventerà un accordo di Sib. E così via fino alla fine del pezzo.

Ecco il pezzo trasportato nella nuova tonalità di Sib Maggiore:

Tutte le note e gli accordi sono stati trasportati un tono sotto, passando quindi dalla tonalità di Do Maggiore a quella di Sib Maggiore. 

Un tono sopra invece verrebbe così:

Attenzione ai nomi delle note! Dalla scala di Do Maggiore a quella di Sib Maggiore c’è un intervallo di seconda, in altre parole si scende di una nota, e tale intervallo deve esserci anche in tutte le note del pezzo. Ad esempio un Do che viene trasportato sotto di un tono diventerà un Sib e non un La#, anche se sulla tastiera la nota è la stessa!

In una delle prossime lezioni vedremo il trasporto di una melodia che contiene delle alterazioni, oltre a quelle in armatura di chiave, anche accanto alle singole note e anche quando c’è una modulazione di tonalità all’interno dello stesso brano.

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