Non si sa, con precisione, la data di fondazione della chiesa di San Grato di Malanghero: la chiesa più antica di cui si hanno notizie è quella in pietra del ‘500 in cui, nell’abside, si può ammirare una parte degli affreschi che lo decoravano e, in basso, parte della struttura muraria.
Abbattuta questa chiesa nel 1838 venne costruita l’attuale, più alta della precedente e più lunga di due campate verso la piazza. Il primo intonaco fu poi di colore rosa pallido con decorazioni di un bel azzurro intenso. Di questa fase si è trovata pure qualche decorazione di tonalità grigia o marroncina assai tenue.
Nel 1931 la chiesa viene nuovamente decorata da un artista di nome Rolando. Di questa decorazione oggi si possono ammirare i due angeli che adorano l’ostensorio sulla volta sopra l’altare, la pittura del san Grato della volta della navata e le due cappelle laterali di san Giuseppe e della Madonna. In questa occasione si realizzano le lesene interne della chiesa che prima esistevano solamente in presbiterio e vengono decorate con fascioni vegetali che si possono ancora intravedere nelle vecchie cartoline.
Nel 1964, come testimonia la data dipinta nella lunetta (“unghia” in termine tecnico) della finestra a fianco dell’organo, la chiesa viene nuovamente decorata con l’intonaco ora restaurato che “brucia” il precedente.
Dopo il recente restauro della chiesa, convivono dunque quattro epoche: il ‘500 nella parete absidale (affreschi di santi e cornici), il 1838 cioè la così detta “epoca del rosa” nelle cappelle laterali, il fine ‘800 nella decorazione degli angeli adoranti sul voltino dell’altare e la volta centrale e il 1964 nella navata centrale.
L’organo della chiesa di San Grato
Nella prima metà del ‘700 i fratelli Concone, costruttori tra l’altro dell’organo della basilica di Superga, realizzano il bell’organo presente tutt’oggi nella Chiesa; non si sa per quale chiesa esso fosse stato pensato e creato.
Portato in chiesa si rivelò troppo alto per cui la cassa venne molto rimaneggiata (ancora oggi sono evidenti nelle distanze dei fregi le modifiche effettuate); anche alcune canne (i bassi in legno) vennero “piegate” per ottimizzare lo sfruttamento del poco spazio a disposizione.
Esso, nel corso degli anni, venne varie volte arricchito e rimaneggiato ed è oggi dotato di 520 canne e 9 registri.
Venne portato nella chiesa di S. Grato nel 1894 da Giuseppe Lingua.
L’organo fu revisionato nel 1932 dal famoso organaro Carlo Sterratrice e riparato poi nel 1976 da don Giovanni Severa, organaro. Altre riparazioni vengono effettuate l’anno seguente fino a giungere all’ultima riparazione effettuata nell’inverno del 2000.
Oggi lo strumento appare tutto contenuto nella propria cassa originale ben conservata con dorature, decorazioni in rilievo, con le canne in un’unica campata con sistemazione “a piramide”.
Organo nato meccanico ad una sola tastiera, viene modificato con l’aggiunta di somiere a trasmissione pneumatica per consentire l’inserimento di alcuni registri di carattere “espressivo” e altre modifiche che hanno seriamente compromesso lo strumento sia sul piano fonico-estetico che su quello tecnico tanto da rendere difficile e soprattutto oneroso un ritorno ad una possibile sua identità.
Resosi ormai inservibile a causa degli acciacchi dovuti all’età, oggi lo strumento avrebbe bisogno di un restauro completo che la comunità non si può per il momento permettere. Recentemente, per far spazio ai cantori, sentito il parere delle Autorità competenti, si è provveduto a rimuovere le manticerie, la tastiera e la pedaliera, tutto materiale di fattura recente e di nessun valore storico o economico. Sulla balconata della cantoria, è stato posizionato provvisoriamente uno splendido organo elettronico supplente (nella foto a sinistra), utilissimo per l’accompagnamento della cantoria “Emmaus” che tutte le domeniche anima la messa “granda” del mattino.