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Imparare a riconoscere la tonalità di un brano musicale (Lez. 25) – Corso base di armonia e accompagnamento al pianoforte gratuito

Come capire la tonalità di un pezzo mediante semplici regole pratiche

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Ora che hai imparato nelle lezioni precedenti a costruire tutte le scale maggiori e minori, sia con il metodo dei semitoni, sia con il circolo delle quinte, ti introduco il concetto di tonalità. La maggior parte dei brani musicali conosciuti, sono costruiti avvalendosi, come base di riferimento, di una scala, maggiore o minore. Un brano musicale che usa come sistema di riferimento, ad esempio, la scala di Re maggiore, si dice che è nella tonalità di Re Maggiore.

Ma cosa significa avere come sistema di riferimento una scala? Significa che di base il brano contiene molte note della scala, e soprattutto ha la stessa armatura di chiave della scala stessa. 

Un brano scritto in La minore, non ha alterazioni nell’armatura di chiave, nella melodia ha molti passaggi che ricordano la scala di La minore armonica o melodica, contiene probabilmente molti accordi di La minore e in particolare appare molto frequentemente l’uso della sensibile, che è il Sol#. Ricordati che nelle scale minori la sensibile è sempre diesis o doppio diesis in alcune tonalità più complesse e la rispettiva alterazione è sempre scritta accanto alla nota e non in armatura di chiave. Ricordati il concetto dell’alterazione della VII grado nella scala minore armonica.  

Un pezzo che ha come riferimento una certa scala maggiore o minore, si dice che è nella rispettiva tonalità. In altre parole, un pezzo musicale che ha come riferimento la scala di Do Maggiore è scritto nella tonalità di Do Maggiore.

Come identificare però la tonalità di un pezzo?

Per identificare la tonalità del pezzo occorre come prima cosa controllare l’armatura di chiave, in modo da identificare subito due possibili tonalità. Nella lezione precedente infatti abbiamo visto che ad una scala maggiore è associata una scala minore e viceversa in base al numero di diesis e bemolli che hanno entrambe in chiave. Quindi nel determinare la tonalità devi controllare subito questo aspetto, in modo da ricavare subito le due tonalità possibili.

Questo pezzo non ha alterazioni in chiave, quindi può essere solamente scritto in Do maggiore oppure in La minore, perché le scale che non hanno diesis o bemolli in chiave sono solo quelle di Do maggiore e La minore.

Successivamente devi verificare alcune particolarità:

  1. La prima nota del pezzo spesso è una che fa parte dell’accordo costruito sulla tonica della relativa scala. Vuol dire che se il pezzo è in Do Maggiore, spesso il pezzo comincia con una delle tre note dell’accordo di Do Maggiore ovvero Do, Mi oppure  Sol.
  2. L’ultima nota del pezzo spesso è la tonica della scala di riferimento (meno frequentemente la modale o la dominante).
  3. Un segno distintivo del modo minore è la presenza della sensibile (alterata) al suo interno. Osserva quindi se i diesis (o in altri casi i doppi diesis) presenti a sinistra delle singole note possono essere delle sensibili della tonalità di riferimento.
  4. Se nel pezzo sono indicati gli accordi, spesso il primo o il secondo accordo del pezzo identificano la tonalità. 
  5. Se nel pezzo sono indicati gli accordi, quasi sempre, se il brano non ha al suo interno dei cambiamenti permanenti di armatura di chiave, termina con l’accordo che identifica la tonalità stessa.

Prendiamo ad esempio la canzonetta attribuita a Mozart:

Nella canzonetta di Mozart abbiamo che:

  • Inizia con la nota Do (è la fondamentale dell’accordo di Do Maggiore).
  • Termina con la nota Do (idem).
  • Non si trovano sensibili del pezzo relative alla tonalità di La minore (sarebbero i Sol#).
  • il pezzo inizia subito con l’accordo di Do maggiore.
  • Il pezzo termina con l’accordo di Do maggiore.

Il pezzo è quindi scritto in Do maggiore.

Ora fai una verifica pratica. Suona la scala di Do Maggiore e poi quella di La minore. Ti accorgerai che il pezzo ti ricorderà molto di più la scala maggiore rispetto a quella minore. Ulteriore conferma che il pezzo è scritto in Do Maggiore.

Vediamo un altro esempio:

Le tonalità possibili sono Re Maggiore e Si Minore.

Nel Te Deum di Charpentier abbiamo che:

  • Inizia con la nota La (è la quinta dell’accordo di Re maggiore). Il pezzo è scritto in levare, quindi andiamo a controllare la battuta successiva. La prima nota della seconda battuta è un Re ovvero la fondamentale dell’accordo di Re maggiore.
  • Termina con la nota Re (è la fondamentale dell’accordo di Re maggiore).
  • Non si trovano sensibili del pezzo relative alla tonalità di Si minore (sarebbero i La#).
  • il pezzo inizia subito con l’accordo di Re maggiore.
  • Il pezzo termina con l’accordo di Re maggiore.

Il pezzo è quindi in Re Maggiore. Anche in questo caso, se suoni la scala di Re Maggiore e poi quella di Si minore, ti accorgerai come il pezzo ricordi molto di più la scala di Re.

Vediamo ancora un ultimo esempio. Prendiamo Per Elisa di Beethoven, scritta con gli accordi.

Le tonalità possibili sono Do maggiore e La minore. Inoltre possiamo constatare che:

  • Inizia con la nota Mi (è la quinta dell’accordo di La minore).
  • Termina con ia nota La (è la fondamentale dell’accordo di La minore).
  • Si trovano molti Sol# (essi sono le sensibili della tonalità di La minore).
  • il pezzo inizia con l’accordo di La minore.
  • Il pezzo termina con l’accordo di La minore.

Il pezzo è scritto quindi nella tonalità di La minore. Se suoni le scale di Do maggiore e di La minore, ti accorgerai di come questo pezzo sia molto più vicino, a livello musicale, a quella di La minore. Attenzione perché in realtà al suo interno c’è una parte che ti ricorderà molto di più la scala di Do Maggiore. Infatti, il pezzo ad un certo punto cambia la scala di riferimento, ovvero modula in un’altra tonalità. Il cambio di tonalità all’interno di un pezzo si chiama modulazione, ed è un concetto che tratteremo in dettaglio in una delle prossime lezioni di questo corso.

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Il circolo delle quinte per memorizzare scale e tonalità (Lez. 24) – Corso base di armonia e accompagnamento al pianoforte gratuito

Imparerai a memorizzare scale e tonalità con il metodo del circolo delle quinte

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Ora che hai imparato a costruire la scala maggiore e minore, ti insegnerò delle regole pratiche per memorizzare facilmente tutte le scale, così potrai impararle anche a memoria. Le scale sono la base della cosiddetta tonalità, concetto che tratteremo poi nella lezione successiva.

Hai visto nella prima parte del corso che i diesis e i bemolli possono venire indicati all’inizio di ogni riga, subito dopo la chiave di violino (o di basso), e quindi sono validi fino ad indicazione contraria.

Ora, servendoci di questa regola, imparerai a scrivere e a memorizzare le scale maggiori e minori con alcuni accorgimenti pratici, senza ricordarti ogni volta della successione toni-semitoni.

Tutte le scale possono essere costruite senza indicare i diesis e i bemolli accanto ad ogni nota, ma li indicheremo subito dopo la chiave di violino (o di basso) ovvero all’inizio di ogni riga. 

Abbiamo visto che la scala di Do maggiore non ha diesis e bemolli, quindi essa non ne ha nemmeno in chiave. La stessa cosa si può dire della scala minore naturale di La, la quale non ha accidenti in chiave. La scala minore armonica e melodica dipendono da quest’ultima, quindi anch’esse seguono la loro origine e verranno scritte senza accidenti in chiave. A differenza di quella naturale, avranno però delle alterazioni sul VI e sul VII grado, come ho detto precedentemente.

La prima cosa che devi imparare è che ad ogni scala maggiore ne è associata una minore e viceversa, accomunate dal fatto che hanno lo stesso numero di diesis o bemolli in chiave. In termini musicali, si dice che hanno la stessa armatura di chiave.

Quindi la scala di Do maggiore e di La minore (armonica e melodica) hanno la stessa armatura di chiave, caratterizzata da nessuna alterazione. Tra il Do e il La, scendendo, c’è una distanza un intervallo di terza. 

Quindi memorizza subito queste due regole:

1- ad una scala maggiore ne è sempre associata una minore (e viceversa) con lo stesso numero di diesis o bemolli in chiave

1- la relativa scala minore (associata a quella maggiore) si trova sempre un intervallo di terza minore sotto (cioè un intervallo di terza caratterizzato da una distanza di un tono e mezzo tra le note).

Per memorizzare tutte le scale, ci affidiamo al circolo delle quinte. Scopriremo che tutte le scale possono essere ricavate da quella di Do Maggiore (e relativa La minore) muovendoci per intervalli di quinta giusta ascendenti (se trattiamo quelle con i diesis in chiave) o con intervalli di quinta giusta discendenti (se trattiamo quelle con i bemolli).

L’intervallo di quinta utilizzato nel circolo delle quinte prende il nome di intervallo di quinta giusta, ed è quello la cui distanza tra le due note che compongono l’intervallo è pari a 3 toni e mezzo.

L’intervallo Do- Sol è una quinta giusta. Lo stesso tra Re e La o tra Fa# e Do#.

Vediamo come costruirle e memorizzarle con semplici regole pratiche:

  • Il Do maggiore e il La minore sono le scale che non hanno alterazioni in chiave. Memorizza questa regola. Dal Do maggiore, conta un intervallo di quinta a salire (quindi conta 4 note sopra, ti ricordo che nella determinazione degli intervalli si conta anche la prima nota, quindi per una quinta dovrai contare Do, Re, Mi, Fa e Sol) e vai alla nota Sol. La scala successiva, con un diesis in chiave, sarà il Sol maggiore. Ora memorizza che il primo diesis che incontriamo è il Fa. La rispettiva scala minore si trova un tono e mezzo sotto (una terza minore sotto, quindi un intervallo di un tono e mezzo), e sarà quella di Mi minore.

Usando questa regola possiamo costruire a memoria tutte le scale. Partiamo da quelle con i diesis. Vediamo come:

  • Alza di una quinta giusta il Sol e vai al Re, che ha quindi 2 diesis in chiave. Hai trovato la scala: Re maggiore. Per conoscere quali note saranno diesis, occorrerà alzare di una quinta giusta anche la prima nota che abbiamo incontrato come diesis ovvero il Fa, e andrai quindi al Do. Le alterazioni della scala saranno quindi Fa# (dalla scala precedente) e il Do#. La rispettiva scala minore si trova un tono e mezzo sotto (una terza minore sotto, quindi un intervallo di un tono e mezzo), e sarà quella di Si minore.
  • Alzi di una quinta il Re e vai al La, che ha 3 diesis in chiave. Essi saranno il Fa#, Do# ed il Sol# (il Sol è una quinta sopra il Do). La rispettiva scala minore si trova una terza minore sotto (un tono e mezzo sotto), quindi sarà quella di Fa# minore.
  • Alzi di una quinta il La e vai al Mi, che ha quindi 4 diesis in chiave. Le alterazioni della scala saranno il Fa#, Do#, Sol#, Re#. (il Re è una quinta sopra il Sol). La rispettiva scala minore si trova una terza minore sotto (un tono e mezzo sotto), quindi sarà quella di Do# minore.
  • Alzi di una quinta il Mi e vai al Si, che ha quindi 5 diesis in chiave. Le alterazioni della scala saranno quindi Fa#, Do#, Sol#, Re#, La# (il La è una quinta sopra il Re). La rispettiva scala minore si trova una terza minore sotto (un tono e mezzo sotto), quindi sarà quella di Sol# minore.
  • Alzi di una quinta il Si e vai al Fa# (non al Fa naturale) perché l’intervallo di quinta che consideriamo è quello che ha una distanza di 3 toni e mezzo tra le due note, ovvero la quinta giusta.i, pertanto la nostra scala sarà quella di Fa#. Le alterazioni della scala saranno quindi Fa#, Do#, Sol#, Re#, La#, Mi# (il Mi è una quinta sopra il La). La rispettiva scala minore si trova una terza minore sotto (un tono e mezzo sotto), quindi sarà quella di Re# minore.
  • Alzi di una quinta il Fa# e vai al Do# (sempre considerando l’intervallo di quinta giusta), ela nostra scala ora sarà quella di Do#. Le alterazioni della scala saranno quindi Fa#, Do#, Sol#, Re#, La#, Mi#, Si# (il Si è una quinta sopra il Mi), quindi tutte le note! La rispettiva scala minore si trova una terza minore sotto (un tono e mezzo sotto), quindi sarà quella di La# minore.

Ore vediamo come costruire quelle con i bemolli:

  • Anche qui partiamo dal Do maggiore e il La minore, che sono le scale che non hanno alterazioni in chiave. Dal Do maggiore, conta un intervallo di quinta giusta a scendere (quindi conta 4 note sotto tenendo una distanza di 3 toni e mezzo tra le note) e vai alla nota Fa. La scala successiva, con un bemolle in chiave, sarà il Fa maggiore. Ora memorizza il primo bemolle che incontrerai, ovvero il  Si (che comunque si trova sempre una quinta sotto il primo diesis che hai incontrato). Anche per la determinazione dei bemolli, a partire dal Si, dovrai ragionare per quinte a scendere. La rispettiva scala minore di Fa maggiore si trova una terza minore sotto (un tono e mezzo sotto), quindi sarà quella di Re minore.
  • Si ragiona sempre per quinte a scendere. Scendi di una quinta giusta il Fa e vai al Sib, pertanto la nostra scala sarà quella di Sib. Le alterazioni della scala saranno quindi Sib, Mib (il Mi è una quinta sotto il Si). La rispettiva scala minore si trova una terza minore sotto (un tono e mezzo sotto), quindi sarà quella di Sol minore.
  • Dal Sib scendi al Mib. Le alterazioni della scala saranno Sib, Mib, Lab  (il La è una quarta sopra il Mi). La rispettiva scala minore si trova una terza minore sotto (un tono e mezzo sotto), quindi sarà quella di Do minore.
  • Dal Mib, sempre scendendo di una quinta giusta, vai al Lab. Le alterazioni della scala saranno Sib, Mib, Lab, Reb  (il Re è una quarta sopra il La). La rispettiva scala minore si trova una terza minore sotto (un tono e mezzo sotto), quindi sarà quella di Fa minore.
  • Dal Lab vai al Reb. Le alterazioni della scala saranno quindi Sib, Mib, Lab, Reb, Solb  (il Solb è una quarta sopra il Reb). La rispettiva scala minore si trova una terza minore sotto (un tono e mezzo sotto), quindi sarà quella di Sib minore.
  • Dal Reb e vai al Solb. Le alterazioni della scala saranno quindi Sib, Mib, Lab, Reb, Solb, Dob  (il Dob è una quarta sopra il Sobl). La rispettiva scala minore si trova una terza minore sotto (un tono e mezzo sotto), quindi sarà quella di Mib minore.
  • Dal Solb e vai al Dob. Le alterazioni della scala saranno quindi Sib, Mib, Lab, Reb, Solb, Dob, Fab  (il Do è una quarta sopra il Sol), quindi tutte le note! La rispettiva scala minore si trova una terza minore sotto (un tono e mezzo sotto), quindi sarà quella di Lab minore.

Le ultime tre scale con i diesis (quindi Si/Sol#-, Fa#/Re#-, Do#/La#-) coincidono con le ultime tre dei bemolli (Reb/Sib-, Solb/Mib-, Dob/Lab-) pertanto si forma un circolo che a partire dalle scale con i diesis ci porta a quelle con i bemolli e viceversa, come puoi vedere in questa immagine.

Vediamo ora come sono scritte tutte le scale. Come puoi vedere, le scale maggiori hanno solo gli accidenti segnati in chiave. Quelle minori invece, oltre a quelli in chiave, hanno le alterazioni sul VI grado (quelle armoniche) e sul VI e VII grado (quelle melodiche).

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Doppi diesis e doppi bemolli (Lez. 23) – Corso base di armonia e accompagnamento al pianoforte gratuito

Conoscerai le doppie alterazioni sulla singola nota

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Nella lezione 31 del corso base hai imparato a suonare i diesis e i bemolli. Ripassiamoli un secondo:

  • un diesis è il simbolo che alza la nota di un semitono
  • Il bemolle è il simbolo che abbassa la nota di un semitono
  • Il bequadro è il simbolo che annulla una precedente alterazione, sia essa un diesis o un bemolle

In realtà, ci sono altri simboli comunemente utilizzati nello studio del pianoforte: il doppio diesis, il doppio bemolle, il doppio bequadro, il bequadro-diesis e il bequadro-bemolle.

Sembrano complessi ma in realtà lo sono meno di quanto sembrano. Vediamoli nel dettaglio.

SimboloRaffigurazione graficaCome si suonaEsempio
DiesisAlza la nota di un semitonoUn Sol# è l’equivalente di un Lab. Un Si# è l’equivalente di un Do.
BemolleAbbassa la nota di un semitonoUn Solb è l’equivalente di un Fa#. Un Dob è l’equivalente di un Si.
BequadroAnnulla un precedente diesis o bemolle, sia se è indicato in battuta, sia se presente in armatura di chiaveIn questo caso il secondo Fa è naturale perché ha il simbolo del bequadro
Doppio diesis oppure Alza la nota di due semitoniUn Sol doppio diesis è l’equivalente di un La. Un Si doppio diesis è l’equivalente di un Do#.
Doppio bemolleAbbassa la nota di due semitoniUn Sol doppio bemolle è l’equivalente di un Fa. Un Do doppio bemolle è l’equivalente di un Sib.
Doppio bequadroAnnulla la doppia alterazione di una precedente nota indicata con un doppio diesis o un doppio bemolleIl secondo Fa va eseguito naturale.
Bequadro-DiesisAnnulla un singolo diesis di una precedente nota indicata con un doppio diesisIl secondo Fa va eseguito diesis.
Bequadro-BemolleAnnulla un singolo bemolle di una precedente nota indicata con un doppio bemolleIl secondo Re va eseguito bemolle.

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I nomi dei gradi di una scala (Lez. 22) – Corso base di armonia e accompagnamento al pianoforte gratuito

Imparerai la corretta terminologia per identificare i gradi di una scala

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Come abbiamo già visto in musica, le note della scala si chiamano gradi. Il primo grado della scala maggiore rappresenta la prima nota della scala maggiore.

Il terzo grado della scala minore armonica rappresenta la sua terza nota.

Ad esempio prendiamo la scala di Do maggiore. Il quinto grado sarebbe la quinta nota, quindi è il Sol.

Ogni grado ha rispettivamente un preciso nome. Vediamoli.

  • Il primo grado (I) della scala si chiama tonica
  • Il secondo grado (II) si chiama sopratonica
  • Il terzo grado (III) si chiama modale, mediante o caratteristica
  • Il quarto grado (IV) si chiama sottodominante
  • Il quinto grado (V) si chiama dominante
  • Il sesto grado (VI) si chiama sopradominante
  • Il settimo grado (VII) si chiama sensibile se essa dista un semitono dalla tonica, oppure sottotonica se dista un tono da essa
  • L’ottavo grado in realtà viene assimilato ad un nuovo primo grado, quindi una nuova tonica

Riepilogo: Tonica, sopratonica, modale, sottodominante, dominante, sopradominante, sensibile

Per convenzione, i gradi della scala, in musica, si scrivono con i numeri romani.

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Come imparare a costruire la scala minore melodica (Lez. 21) – Corso base di armonia e accompagnamento al pianoforte gratuito

Imparerai a costruire la scala minore melodica

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La quarta scala e ultima scala che vediamo in questo corso base è quella minore melodica. Essa si origina da quella minore armonica, alzandone il sesto grado di un semitono, per annullare l’intervallo di un tono e mezzo tra il sesto e settimo grado di quella minore armonica, che nella musica vocale è di difficile intonazione. Questa modifica però vale solo per la scala eseguita in fase ascendente (quindi da una nota più bassa alla rispettiva nota un’ottava sopra). In fase discendente non è più necessario mantenere il settimo grado alterato in quanto, scendendo, esso non risolve più sull’ultima nota della scala ma scende al sesto grado, e poi sparisce anche l’alterazione sul sesto grado, per renderla più musicale.

Quindi la scala minore melodica, eseguita in fase ascendente, se la facciamo partire dal La, avrà le note La, Si, Do, Re, Mi, Fa#, Sol#, La e si chiamerà Scala di La Minore Melodica.

  • Tra il La e il Si ci sono due semitoni (c’è un tasto nero in mezzo), quindi c’è un tono
  • Tra il Si e il Do c’è un semitono (non ci sono tasti neri in mezzo)
  • Tra il Do e il Re ci sono due semitoni (c’è un tasto nero in mezzo), quindi c’è un tono
  • Tra il Re e il Mi ci sono due semitoni (c’è un tasto nero in mezzo), quindi c’è un tono
  • Tra il Mi e il Fa c’è un tono (c’è un tasto nero in mezzo)
  • Tra il Fa# e il Sol# ci sono due semitoni (c’è un tasto nero in mezzo), quindi c’è un tono
  • Tra il Sol# e il La c’è un semitono (non ci sono tasti neri in mezzo)

         I                II                III              IV              V               VI              VII            I (o VIII)

Quindi la sequenza della scala minore melodica (in fase ascendente) è: Tono, Semitono, Tono, Tono, Tono, Tono, Semitono.

A differenza delle altre scale minori, la scala minore melodica, in discesa, è diversa, e si presenta come quella minore naturale, ovvero:

        I (o VIII)     VII              VI               V              IV              III               II                I

Quindi:

  • la scala maggiore, minore naturale e minore armonica hanno la salita e la discesa uguali
  • la scala minore melodica ha la salita diversa dalla discesa

La scala minore melodica può essere riprodotta a partire da qualsiasi nota, basta rispettare la sequenza di toni e semitoni e la scala che otteniamo suona come quella che abbiamo appena visto. L’unica cosa che cambia è solamente la sua altezza, in quanto è diversa la nota con cui inizia, ma il motivo musicale rimane lo stesso.

Una scala minore melodica che parte dal Re (scala di Re Minore Melodica) si costruisce nel seguente modo.

Salita:

  • La prima nota (I grado) è il Re
  • La seconda nota (II grado) sta un tono sopra il Re quindi andiamo al Mi
  • La terza nota (III grado) sta un semitono sopra il Mi quindi andiamo al Fa
  • La quarta nota (IV grado) sta un tono sopra il Fa quindi andiamo al Sol
  • La quinta nota (V grado) sta un tono sopra il Sol quindi andiamo al La
  • La sesta nota (VI grado) sta un tono sopra il La quindi andiamo al Si (naturale)
  • La settima nota (VII grado) sta un tono sopra il Si quindi andiamo al Do#
  • L’ottava nota (I grado) sta un semitono sopra il Do# quindi andiamo al Re (più alto)

Discesa:

  • La settima nota (VII grado) sta un tono sotto il Re quindi andiamo al Do
  • La sesta nota (VI grado) sta un tono sotto il Do quindi andiamo al Sib
  • La quinta nota (V grado) sta un semitono sotto il Sib quindi andiamo al La
  • La quarta nota (IV grado) sta un tono sotto il La quindi andiamo al Sol
  • La terza nota (III grado) sta un tono sotto il Sol quindi andiamo al Fa
  • La seconda nota (II grado) sta un semitono sotto il Fa quindi andiamo al Mi
  • La prima nota (I grado) sta un tono sotto il Mi quindi andiamo al Re

Le note della scala di Re minore melodica sono quindi Re, Mi, Fa, Sol, La, Si (naturale), Do#, Re, Do (naturale), Sib, La, Sol, Fa, Mi, Re.

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Come imparare a costruire la scala minore armonica (Lez. 20) – Corso base di armonia e accompagnamento al pianoforte gratuito

Imparerai a costruire la scala minore armonica

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La terza scala che studiamo in questo corso è quella minore armonica, che insieme a quella maggiore, è una delle più importanti.

Essa si origina da quella naturale, alzando il settimo grado di un semitono, questo per renderla più definita, in modo che questo innalzamento generi a livello musicale un’attrazione maggiore verso la nota finale della scala.

Analogamente a quella naturale, se la facciamo partire dal La, avrà le note La, Si, Do, Re, Mi, Fa, Sol#, La e prenderà il nome di Scala di La Minore Armonica.

  • Tra il La e il Si ci sono due semitoni (c’è un tasto nero in mezzo), quindi c’è un tono
  • Tra il Si e il Do c’è un semitono (non ci sono tasti neri in mezzo)
  • Tra il Do e il Re ci sono due semitoni (c’è un tasto nero in mezzo), quindi c’è un tono
  • Tra il Re e il Mi ci sono due semitoni (c’è un tasto nero in mezzo), quindi c’è un tono
  • Tra il Mi e il Fa c’è un semitono (non ci sono tasti neri in mezzo)
  • Tra il Fa e il Sol# ci sono tre semitoni (in mezzo c’è un tasto nero e uno bianco), quindi c’è un tono e mezzo (oppure un tono + un semitono)
  • Tra il Sol# e il La c’è un semitono (non ci sono tasti neri in mezzo)

Quindi la sequenza della scala minore armonica è: Tono, Semitono, Tono, Tono, Semitono, Tono e mezzo, Semitono.

La stessa scala, eseguita in discesa (cioè dal La superiore al La inferiore) è analoga, ovvero ha le stesse note ed è completamente speculare.

La scala minore armonica può essere riprodotta a partire da qualsiasi nota, basta rispettare la sequenza di toni e semitoni che abbiamo visto prima. La scala che otteniamo suona come quella che abbiamo appena visto. L’unica cosa che cambia è solamente la sua altezza, in quanto è diversa la nota con cui inizia, ma il motivo musicale rimane lo stesso.

Una scala minore armonica che parte dal Re (scala di Re Minore Armonica) si costruisce nel seguente modo.

  • La prima nota (I grado) è il Re
  • La seconda nota (II grado) sta un tono sopra il Re quindi andiamo al Mi
  • La terza nota (III grado) sta un semitono sopra il Mi quindi andiamo al Fa
  • La quarta nota (IV grado) sta un tono sopra il Fa quindi andiamo al Sol
  • La quinta nota (V grado) sta un tono sopra il Sol quindi andiamo al La
  • La sesta nota (VI grado) sta un semitono sopra il La quindi andiamo al Sib
  • La settima nota (VII grado) sta un tono e mezzo sopra il Sib quindi andiamo al Do#
  • L’ottava nota (I grado) sta un semitono sopra il Do# quindi andiamo al Re (più alto)

Le note della scala di Re minore armonica sono quindi Re, Mi, Fa, Sol, La, Sib, Do#, Re

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Come imparare a costruire la scala minore naturale (Lez. 19) – Corso base di armonia e accompagnamento al pianoforte gratuito

Imparerai a costruire la scala minore naturale

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La seconda scala che studiamo in questo corso è quella minore naturale. Essa è quella che parte dal La e arriva al La dell’ottava superiore, usando i tasti bianchi della tastiera.

Cioè è quella scala formata dalle note La, Si, Do, Re, Mi, Fa, Sol, La.

Questa scala prende il nome di scala minore naturale. La prima nota è quella che dà il nome alla scala stessa, pertanto essa si chiamerà Scala di La Minore Naturale. Vediamola nel dettaglio.

  • Tra il La e il Si ci sono due semitoni (c’è un tasto nero in mezzo), quindi c’è un tono
  • Tra il Si e il Do c’è un semitono (non ci sono tasti neri in mezzo)
  • Tra il Do e il Re ci sono due semitoni (c’è un tasto nero in mezzo), quindi c’è un tono
  • Tra il Re e il Mi ci sono due semitoni (c’è un tasto nero in mezzo), quindi c’è un tono
  • Tra il Mi e il Fa c’è un semitono (non ci sono tasti neri in mezzo)
  • Tra il Fa e il Sol ci sono due semitoni (c’è un tasto nero in mezzo), quindi c’è un tono
  • Tra il Sol e il La ci sono due semitoni (c’è un tasto nero in mezzo), quindi c’è un tono

Quindi la sequenza della scala minore naturale è: Tono, Semitono, Tono, Tono, Semitono, Tono, Tono.

La stessa scala, eseguita in discesa (cioè dal La superiore al La inferiore) è analoga, ovvero ha le stesse note ed è completamente speculare.

La scala minore naturale può essere riprodotta a partire da qualsiasi nota, basta rispettare la sequenza di toni e semitoni che abbiamo visto prima. La scala che otteniamo suona come quella che abbiamo appena visto. L’unica cosa che cambia è solamente la sua altezza, in quanto è diversa la nota con cui inizia, ma il motivo musicale rimane lo stesso.

Una scala minore naturale che parte dal Re (scala di Re Minore Naturale) si costruisce nel seguente modo.

  • La prima nota (I grado) è il Re
  • La seconda nota (II grado) sta un tono sopra il Re quindi andiamo al Mi
  • La terza nota (III grado) sta un semitono sopra il Mi quindi andiamo al Fa
  • La quarta nota (IV grado) sta un tono sopra il Fa quindi andiamo al Sol
  • La quinta nota (V grado) sta un tono sopra il Sol quindi andiamo al La
  • La sesta nota (VI grado) sta un semitono sopra il La quindi andiamo al Sib
  • La settima nota (VII grado) sta un tono sopra il Sib quindi andiamo al Do
  • L’ottava nota (I grado) sta un tono sopra il Do quindi andiamo al Re (più alto)

Le note della scala di Re minore naturale sono quindi Re, Mi, Fa, Sol, La, Sib, Do, Re

E’ una scala poco utilizzata a causa del suo carattere indefinito, ma è la base per la costruzione di due differenti tipi di scale minori, più utilizzate, che vedremo nelle lezioni successive.

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Come imparare a costruire la scala maggiore (Lez. 18) – Corso base di armonia e accompagnamento al pianoforte gratuito

Imparerai a costruire la scala maggiore

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Ora che hai eseguito il tuo primo pezzo completo con gli accompagnamenti e hai visto come si fa, inizieremo lo studio delle scale in modo che tu ti possa impratichire con tutte le tonalità e tutti gli accordi maggiori, minori e settime!

Iniziamo con il definire una scala: essa è una successione ordinata di note nell’ambito di un’ottava. In altre parole è una serie di note che parte da una nota (es. un Do) e arriva all’ottava superiore (Do più alto). Essa può essere anche invertita, ovvero partire da una nota più alta e terminare nella stessa nota ma un’ottava più bassa.

All’interno di questa ottava ci possono essere più o meno note a seconda della scala, ma tali note sono sempre tutte crescenti o decrescenti.

Ad esempio Do, Re, Mib, Fa#, Sol, La, Sib, Do è una scala.

Do, Re, Mib, Fa#, Sol, La, Lab, Do non è una scala.

Iniziamo dalla scala più semplice, quella che parte dal Do e arriva al Do alto, usando i tasti bianchi della tastiera, cioè quella formata dalle note Do, Re, Mi, Fa, Sol, La, Si, Do.

Questa scala prende il nome di scala maggiore. La prima nota della scala è quella che dà il nome alla scala stessa. Partendo dal do, tale scala prenderà il nome di Scala di Do Maggiore. Vediamola nel dettaglio.

  • Tra il Do e il Re ci sono due semitoni (c’è un tasto nero in mezzo), quindi c’è un tono
  • Tra il Re e il Mi ci sono due semitoni (c’è un tasto nero in mezzo), quindi c’è un tono
  • Tra il Mi e il Fa c’è un semitono (non ci sono tasti neri in mezzo)
  • Tra il Fa e il Sol ci sono due semitoni (c’è un tasto nero in mezzo), quindi c’è un tono
  • Tra il Sol e il La ci sono due semitoni (c’è un tasto nero in mezzo), quindi c’è un tono
  • Tra il La e il Si ci sono due semitoni (c’è un tasto nero in mezzo), quindi c’è un tono
  • Tra il Si e il Do c’è un semitono (non ci sono tasti neri in mezzo)

Quindi la sequenza della scala maggiore è: Tono, Tono, Semitono, Tono, Tono, Tono, Semitono.

Le note della scala si indicano con i numeri romani e sono chiamate gradi. Questo significa che ad esempio la quinta nota della scala di Do maggiore è il quinto grado della scala (nota cerchiata).

La stessa scala, eseguita in discesa (cioè dal Do Alto al Do Centrale) è analoga, ovvero ha le stesse note ed è completamente speculare.

La scala maggiore può essere riprodotta a partire da qualsiasi nota, basta rispettare la sequenza di toni e semitoni che abbiamo visto prima. La scala che otteniamo suona come quella che abbiamo appena visto. L’unica cosa che cambia è solamente la sua altezza, in quanto è diversa la nota con cui inizia, ma il motivo musicale rimane lo stesso.

Una scala maggiore che parte dal Re (scala di Re Maggiore) si costruisce nel seguente modo.

  • La prima nota (I grado) è il Re.
  • La seconda nota (II grado) sta un tono sopra il Re quindi andiamo al Mi
  • La terza nota (III grado) sta un tono sopra il Mi quindi andiamo al Fa#
  • La quarta nota (IV grado) sta un semitono sopra il Fa# quindi andiamo al Sol
  • La quinta nota (V grado) sta un tono sopra il Sol quindi andiamo al La
  • La sesta nota (VI grado) sta un tono sopra il La quindi andiamo al Si
  • La settima nota (VII grado) sta un tono sopra il Si quindi andiamo al Do#
  • L’ottava nota (nuovamente I grado, in quanto è la stessa di partenza) sta un semitono sopra il Do# quindi andiamo nuovamente al Re, ma questa volta all’ottava superiore.

Le note della scala di Re maggiore sono quindi Re, Mi, Fa#, Sol, La, Si, Do#, Re

Una scala maggiore che parte dal Fa# (scala di Fa# Maggiore) si costruisce nel seguente modo.

  • La prima nota (I grado) è il Fa#.
  • La seconda nota (II grado) sta un tono sopra il Fa# quindi andiamo al Sol#
  • La terza nota (III grado) sta un tono sopra il Sol# quindi andiamo al La#
  • La quarta nota (IV grado) sta un semitono sopra il La# quindi andiamo al Si
  • La quinta nota (V grado) sta un tono sopra il Si quindi andiamo al Do#
  • La sesta nota (VI grado) sta un tono sopra il Do# quindi andiamo al Re#
  • La settima nota (VII grado) sta un tono sopra il Re# quindi andiamo al Mi# (Mi# non Fa, perché le note della scala maggiore devono essere progressive, ovvero andare sempre nell’ordine Do, Re, Mi, Fa, Sol, La, Si, mettendo poi i diesis o bemolli quando servono!)
  • L’ottava nota (I Grado) sta un semitono sopra il Mi# quindi andiamo al Mi# (più alto)

Le note della scala di Fa# maggiore sono quindi Fa#, Sol#, La#, si, Do#, Re#, Mi#, Fa#.

Se suonerai tutte queste tre scale che abbiamo costruito, sentirai che suonano tutte allo stesso modo, sono solo più alte oppure più basse.

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La notazione inglese o anglosassone degli accordi (Lez. 17) – Corso base di armonia e accompagnamento al pianoforte gratuito

Imparerai a leggere gli accordi in notazione inglese

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Se sfogli qualche libro di musica Jazz, pop, rock o contemporanea, spesso trovi sopra le partiture delle lettere con accanto dei simboli di maggiore, minore o settima. Sono gli accordi, ma scritti in notazione inglese.

Le note, in denominazione inglese, si rappresentano con delle lettere, ovvero:

  • A: La
  • B: Si
  • C: Do
  • D: Re
  • E: Mi
  • F: Fa
  • G: Sol

Tali lettere possono essere indicate anche in maiuscolo.

il simbolo minore spesso lo trovi invece scritto con una m minuscola accanto alla lettera. Il maggiore il più delle volte non ha simboli, ma potresti trovarlo raramente con una M maiuscola

Vediamo alcuni esempi:

A = accordo di La

Bm = accordo di Si-

EM = accordo di Mi+

Gm = accordo di Sol-

F7 = accordo di Fa7

Prendi ad esempio questa partitura. Inizia con 3 accordi di Fa maggiore, poi a seguire un accordo di Mi7, poi uno di La maggiore, uno di Re minore, uno di Re minore settima e così via fino alla fine del pezzo.

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Come suonare Hallelujah di Cohen / Pentatonix al pianoforte (TUTORIAL COMPLETO) – Es. 32 (Lez. 16) – Corso base di armonia e accompagnamento al pianoforte gratuito

Imparerai ad accompagnare l’Hallelujah con gli arpeggi usando il pedale di risonanza

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In questa lezione ti presento un tutorial guidato per imparare a suonare l’hallelujah di Cohen, interpretato anche dai Pentatonix, con un accompagnamento arpeggiato basato su accordi.

Gli accordi che trovi sono:

  • Do+
  • La-
  • Fa+
  • Sol+
  • Mi+

tutti accordi che già conosci, in quanto visti nelle lezioni precedenti. 

In questo esercizio li eseguiremo trasformandoli in arpeggi. Un arpeggio è una serie di suoni eseguiti in sequenza, solitamente costruita su un accordo.

Dovrai eseguire questa volta gli accordi tutti nella loro forma fondamentale, in quanto creeremo un accompagnamento che richiede il raddoppio di una nota dell’accordo, ovvero la fondamentale, pertanto le regole di concatenazione degli accordi in questo caso non ci servono molto. Inoltre lo stato fondamentale degli accordi, in questo brano, è preferito perché permette di creare un certo tipo di sonorità e di struttura armonica del pezzo che andremo a vedere.

Andiamo a vedere prima di tutto come si presenta il brano.

Nella lezione xxx del mio corso base di pianoforte, avevamo visto il significato della frazione all’inizio del pezzo. Facciamo un breve ripasso. 

La nota sotto (denominatore) rappresenta l’unità di tempo cioè, possiamo dire che rappresenta i battiti. In generale si trova spesso il numero 4, che rappresenta il “quarto” ovvero la durata di una nota che vale 1. In questo esercizio abbiamo l’8, quindi “l’ottavo”, ovvero la metà del quarto. Il battito quindi durerà una croma ovvero mezza nota che vale 1.

La nota sopra (numeratore), indica quanti ottavi (quindi quante crome) ci sono nella battuta, ovvero nello spazio delimitato tra due righe verticali. In musica la battuta viene chiamata unità di misura.

Quindi la frazione si può leggere così: una battuta dura x unità di tempo dove:

  • x rappresenta il numeratore
  • l’unità di tempo, se è 8 indica la durata di una nota che vale mezzo.

Quindi 6/8 si legge così: una battuta dura 6 (numeratore) crome (denominatore, perché c’è il 8, visto che le crome sono chiamate anche ottavi) quindi dura 6 battiti. Tutte le battute del pezzo, finché non verrà riportata una nuova frazione, dureranno 6 battiti. Ogni battito ha la durata di una croma.

Per semplicità, il conteggio dei 6 battiti all’interno della battuta 

avverrà nel seguente modo: un, due, tre, un due, tre.

Iniziamo ora a suddividere il pezzo nei suoi battiti, indicati con delle stanghette rosse:

In ogni battuta ci sono 6 crome.

Nel leggere la mano destra dovrai suonare note che valgono due crome (le semiminime), altre una croma singola (queste qui) e altre invece che valgono 3 crome (le semiminime puntate), e fare attenzione alle legature di valore (quindi non ribattere le note che sono legate con la nota precedente). Ogni battito dura sempre una croma, quindi dovrebbe essere abbastanza semplice!

Facciamo ora il pezzo con la mano destra [tutorial]

Una volta che hai studiato il pezzo con la mano destra, potrai studiare la mano sinistra.

Ogni accordo nella sua forma fondamentale ha 3 note, ma noi lo trasformeremo in un accordo di 4 note, poi trasformeremo l’accordo in un arpeggio.

Step 1: raddoppiamo la fondamentale di ogni accordo, ovvero la prima nota. Quindi l’accordo di Do+, formato dalle note Do, Mi, Sol diventerà un accordo di 4 note Do, Mi, Sol, Do.

In altre parole la nota più bassa dell’accordo va ripetuta un’ottava sopra.

Ora proviamo a suonarli.

Step 2: ora eseguiremo l’accordo, formato da 4 note, una nota per volta partendo da quella più bassa fino a quella più alta e poi torneremo indietro. Avremo fatto in tutto 6 note!

L’accompagnamento sarà così:

Quindi per ogni accordo formato da 4 note (con il raddoppio della fondamentale) dovrai eseguire le note in sequenza, facendo prima le quattro note in salita e poi le 2 in discesa.

Ad esempio l’accordo di Do, lo eseguirai così: Do, Mi, Sol, Do (più alto), Sol, Mi. E poi passi all’accordo seguente. Se non ci sono scritti altri accordi, sarai ancora sotto l’armonia di Do+, quindi rifarai ancora un giri completo Do, Mi, Sol, Do (più alto), Sol, Mi.

Pensiamo questa successione ascendente e discendente di 6 note come due gruppi di tre note, pertanto in totale ogni accordo viene suddiviso in sei note che fanno il relativo arpeggio. Queste note vanno pensate in gruppi da tre perché siamo nel tempo 6/8, e come ti ho detto prima il conteggio del tempo ovvero dei battiti avviene così: un-due-tre-un-due-tre.

Per suonare questi arpeggi, devi accompagnare il movimento delle dita con la rotazione del polso, in modo da alleggerire e rendere sciolto il movimento.

Ora vediamo come incastrare la mano destra con la mano sinistra.

Guarda questa figura. Le 6 barrette rosse all’interno delle battute rappresentano i battuti sui quali dovrai suonare le 6 note degli accordi come abbiamo visto sopra.

Nella prima battuta c’è solo l’accordo con la mano sinistra, quindi dovrai suonare le 6 note arpeggiate dell’accordo di Do+ (Do, Mi, Sol, Do più alto, Sol, Mi). Ogni nota va eseguita in concomitanza delle lineette rosse.

Nella seconda battuta c’è nuovamente solo l’accordo con la sinistra, quindi dovrai suonare le 6 note arpeggiate dell’accordo di La- (La, Do, Mi, La più alto, Do, Mi)

La terza battuta è come la prima.

La quarta battuta ha l’accordo di La-. Vedi le lineette rosse: sono i battiti della battuta, ovvero il suo tempo suddiviso in crome. Farai quindi 5 note dell’arpeggio di La- con la mano sinistra e sull’ultima nota (ovvero il Do), farai il la nota Mi con la mano destra.

La quinta battuta ha l’accordo di Do. Trasformato in arpeggio adesso dovrai fare sei note consecutive. Sul primo Sol della mano destra ci vanno le prime due note dell’arpeggio, sul secondo Sol ci va la terza nota dell’arpeggio, sul terzo Sol ci va la quarta e la quinta nota  dell’arpeggio ed infine sull’ultimo Sol ci va la terza nota dell’arpeggio.

Vediamo ancora la sesta battuta che ha una legatura di valore. Sul primo La ci va la prima nota dell’accordo, sul secondo La la seconda nota, sul terzo La la terza nota, sul quarto La, che non è da suonare con la mano destra ma da mantenere premuto il tasto in quanto legato al precedente, ci vanno altre due note dell’accordo (la quarta e la quinta), ed infine sul Mi della destra ci va la sesta nota dell’accordo.

Una volta che hai sistemato questi incastri, ti consiglio di:

  • suonare la mano destra più forte della mano sinistra, sempre però tenendo morbide e rilassate entrambe le mani.
  • Metti il pedale di risonanza ad ogni accordo. Questo significa che ad ogni prima nota di un nuovo accordo, un microsecondo dopo alzi e abbassi il pedale di risonanza, come visto nella lezione precedente.

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