La prima raccolta di esercizi è tratta dalla raccolta dei 106 esercizi progressivi del Beyer dell’opera 101, uno dei metodi didattici più utilizzati e considerato da me uno dei più validi.
Vediamo la prima riga del primo esercizio per la sola mano destra.
Iniziamo con il posizionare il pollice sul Do Alto.
Controlliamo che la mano sia allineata, dita, polso e spalla rilassata.
Con l’allineamento corretto, la posizione delle dita sarà la seguente:
Pollice sul Do Alto
Indice sul Re alto
Medio sul Mi Alto
Anulare sul Fa Alto
Mignolo sul Sol Alto
E manterrai la mano sempre in questa posizione. Ora inizia a premere i tasti che corrispondono alle note scritte:
La prima nota è un Do Alto da schiacciare con il pollice.
La seconda nota è un Re Alto, da schiacciare con l’indice.
La terza nota è un Do Alto da schiacciare con il pollice.
La quarta nota è un Re Alto, da schiacciare con l’indice.
E così via per le altre note.
Per adesso non far caso che alcune note siano tutte nere e altre tutte bianche, o altre ancora abbiano un puntino davanti. Concentrati solo nel suonare le note giuste con la diteggiatura giusta. Il significato di questi dettagli lo vedremo in una lezione successiva!
Ecco gli esercizi che dovrai eseguire:
Le partiture degli esercizi sono scaricabili qui (ultima revisione 1.0 del 19/02/2021)
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Nelle lezioni precedenti hai imparato a leggere le note sul pentagramma e a riconoscerle sulla tastiera. Hai anche imparato come posizionare la mano sulla tastiera e come azionare le dita.
Ora manca ancora un tassello… come puoi sapere quale dito utilizzare per suonare una nota?
Negli spartiti la diteggiatura viene scritta con un numerino sopra (o sotto) la nota.
Il numero 1 rappresenta il pollice di entrambe le mani, destra e sinistra, ed è chiamato primo dito.
Il numero 2 rappresenta l’indice di entrambe le mani, destra e sinistra, ed è chiamato secondo dito.
Il numero 3 rappresenta il medio di entrambe le mani, destra e sinistra, ed è chiamato terzo dito.
Il numero 4 rappresenta l’anulare di entrambe le mani, destra e sinistra, ed è chiamato quarto dito.
Il numero 5 rappresenta il mignolo di entrambe le mani, destra e sinistra, ed è chiamato quinto dito.
Quindi:
pollice = primo dito
indice = secondo dito
medio = terzo dito
anulare = quarto dito
mignolo = quinto dito
D’ora in poi le due terminologie (pollice o primo dito, ecc…) verranno utilizzate indistintamente.
Guarda questo spartito per la sola mano destra:
Devi suonare:
un Do Alto con il pollice
un Re Alto con l’indice
un Mi Alto con il medio
un Fa Alto con l’anulare
un Sol Alto con il mignolo
un Fa Alto con l’anulare
un Mi Alto con il medio
un Re Alto con l’indice
un Do Alto con il pollice
Ora esegui questo spartito per la sola mano sinistra
Devi suonare:
un Do Centrale con il mignolo
un Re con l’anulare
un Mi con il medio
un Fa con con l’indice
un Sol con il pollice
un Fa con l’indice
un Mi con il medio
un Re con l’anulare
un Do Centrale con il mignolo
Importante! Quando posizioni un dito su una nota, devi allineare di conseguenza la mano alle note vicine in maniera automatica.
Vediamo un po’ di esempi di allineamenti:
Esempio 1:
= metterai il quinto dito sul Sol.
Se lo suoni con la mano destra metterai:
il mignolo sul Sol
l’anulare sul Fa
il medio sul Mi
l’indice sul Re
il pollice sul Do
Se lo suoni con la mano sinistra metterai:
il mignolo sul Sol
l’anulare sul La
il medio sul Si
l’indice sul Do Alto
il pollice sul Re Alto
Esempio 2:
Se lo suoni con la mano destra metterai:
il pollice sul Sol
l’indice sul La
il medio sul Si
l’anulare sul Do Alto
il mignolo sul Re Alto
Se lo suoni con la mano sinistra metterai:
il pollice sul Sol
l’indice sul Fa
il medio sul Mi
l’anulare sul Re
il mignolo sul Do
Esempio 3:
Se lo suoni con la mano destra metterai:
il medio sul Si
l’anulare sul Do Alto
il mignolo sul Re Alto
l’indice sul La
il pollice sul Sol
Se lo suoni con la mano sinistra metterai:
il medio sul Si
l’indice sul Do Alto
il pollice sul Re Alto
l’anulare sul La
il mignolo sul Sol
e non dimenticarti mai di rilassare dita, polso e spalle! Sempre!
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Ben arrivato fin qui! Ora che hai un po’ di teoria alle spalle, passiamo alla pratica!
Mano destra
Come prima cosa, appoggia il pollice della mano destra sul Do Alto. Il pollice, vista la sua conformazione anatomica, appoggerà sui tasti solamente sul suo lato sinistro e sull’ultima falange. Essa va leggermente piegata ed allineata longitudinalmente al Do Alto.
Le altre dita appoggiano sui tasti vicini: ad ogni dito corrisponde un solo tasto senza saltarne nessuno.
L’indice va appoggiato sul Re Alto
Il medio sul Mi Alto
L’anulare sul Fa Alto
Il mignolo sul Sol Alto
Indice, medio, anulare e mignolo poggiano sul tasto solo nella parte del polpastrello.
Ora controlliamo il corretto allineamento della mano sulla tastiera.
Innanzitutto rilassa mano, polso e spalle.
Verifica che il dito medio sia allineato al tasto ovvero il suo asse longitudinale deve essere continuo (parallelo) a quello del suo tasto;
L’asse dell’ultima falange del pollice (leggermente piegata verso il tasto) deve essere allineata relativo tasto;
Le altre dita cadono sui tasti in posizione rilassata. Quindi l’asse dell’indice e dell’anulare deve essere quasi parallelo a quello del relativo tasto (c’è una differenza di pochi gradi)
Controlla che il mignolo sia ricurvo e che poggi sul relativo tasto solo con il polpastrello.
Una volta posizionata la mano, ricontrolla che il polso, le spalle e i gomiti siano completamente rilassati.
Quindi:
La mano deve assumere una posizione naturale sulla tastiera. La muscolatura delle dita, del polso, del braccio, delle spalle e di tutto il corpo deve essere completamente rilassata e decontratta.
Le dita devono stare ricurve sulla tastiera (ma non troppo) e poggiano sul tasto solo grazie alla forza di gravità.
I polsi vanno tenuti all’altezza della tastiera. I gomiti sono rilassati e cadono giù per la sola forza di gravità. La schiena va tenuta dritta, la postura deve essere naturale.
Se le precedenti regole sono rispettate, si dice che mano e dita sono allineati alla tastiera.
Ora facciamo un semplice esercizio di attivazione delle dita della mano destra.
Premi il Do Alto (quindi aziona il pollice), facendo attenzione ad attivare solamente la muscolatura del dito utilizzato e lasciando decontratto tutto il resto! All’inizio non sarà semplice, ma poco alla volta, con l’esercizio, le dita acquisiranno muscolatura ed il cervello imparerà a rendere indipendente la muscolatura di ciascun dito da quella delle altre dita. Premi questo Do Alto un po’ di volte per prendere confidenza con il movimento.
Poi premi il Re Alto con l’indice. Fallo un po’ di volte sempre facendo attenzione a non attivare involontariamente le altre dita e mantenendo più possibile la mano morbida.
Poi premi il Mi Alto con il medio. Fallo sempre un po’ di volte.
Poi premi il Fa Alto con l’anulare. Fallo sempre un po’ di volte. Arrivati all’anulare, le cose saranno un po’ più difficili, ma non demordere! L’anulare ed il mignolo sono le dita più deboli, perché sono meno utilizzate nella vita di tutti i giorni, quindi ci vorrà più tempo per imparare ad attivarle correttamente!
Infine premi il Sol Alto con il mignolo. Fallo sempre un po’ di volte. Il contatto tra dito e tasto avverrà solamente nell’ultima falange e devi tenere il mignolo leggermente ricurvo. Dovrai sentire lavorare il muscolo sotto la nocca.
Mano sinistra
Come prima cosa, identifichiamo il Do Centrale e spostiamo la mano sul Do che si trova ad un’ottava inferiore, per avere la mano più comoda. Tale Do lo chiameremo Do Basso.
Appoggia il mignolo della mano sinistra sul Do Basso. Il mignolo, vista la sua conformazione anatomica, appoggerà sui tasti solamente sul suo lato sinistro e sull’ultima falange, facendo attenzione a tenerlo un po’ ricurvo.
Le altre dita si appoggiano ai tasti vicini: ad ogni dito corrisponde un solo tasto senza saltarne nessuno.
L’anulare va appoggiato sul Re Basso (la nota successiva verso destra)
Il medio sul Mi Basso
L’indice sul Fa Basso
Il pollice sul Sol Basso
Indice, medio, anulare e mignolo poggiano sul tasto solo nella parte del polpastrello.
Il pollice, come visto per la mano destra, appoggerà sul tasti solamente sul suo lato destro e sull’ultima falange. Essa va leggermente piegata ed allineata al Sol Basso.
Anche per la mano sinistra valgono le stesse regole di allineamento dette per la mano destra.
La mano deve assumere una posizione naturale sulla tastiera. La muscolatura delle dita, del polso, del braccio, delle spalle, e di tutto il corpo deve essere completamente rilassata e decontratta.
Le dita devono stare ricurve sulla tastiera (ma non troppo) e poggiano sul tasto solo grazie alla forza di gravità.
I polsi vanno tenuti all’altezza della tastiera. I gomiti sono rilassati e cadono giù per la sola forza di gravità. La schiena va tenuta dritta, la postura deve essere naturale.
Ora facciamo un semplice esercizio di attivazione delle dita della mano sinistra.
Inizia a premere il Do Basso (quindi aziona il mignolo), facendo attenzione ad attivare solamente la muscolatura del dito utilizzato e lasciando decontratto tutto il resto! Premi questo Do Basso un po’ di volte per prendere confidenza con il movimento.
Poi premi il Re Basso con l’anulare. Fallo un po’ di volte, sempre facendo attenzione a non attivare involontariamente le altre dita e mantenendo più possibile la mano morbida.
Poi premi il Mi Basso con il medio. Fallo un po’ di volte.
Poi premi il Fa Basso con l’indice. Fallo un po’ di volte.
Infine premi il Sol Basso con il pollice. Fallo sempre un po’ di volte. Il contatto tra dito e tasto avverrà solamente nell’ultima falange e devi allinearla al tasto piegandola leggermente verso sinistra. Anche per il pollice, quando lo azioni, dovrai sentire lavorare il muscolo appena sotto le falangi.
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Prima di iniziare a premere i primi tasti del pianoforte, facciamo ancora una breve lezione teorica, Ti voglio insegnare come misurare la distanza tra due note, in musica, perché successivamente, durante il corso, userò spesso tale terminologia.
Abbiamo visto nella lezione precedente che il suono ha tre qualità: altezza, intensità e timbro.
Due note quindi possono differire tra di loro per altezza. Questa differenza possiamo chiamarla come distanza tra due note e in musica si chiama intervallo.
Abbiamo visto come si scrivono le note e come esse vengono identificate sulla tastiera:
Ogni nota, se premuta allo stesso modo (mantenendo costante l’intensità sonora) e se eseguita sullo stesso strumento (nel nostro caso il pianoforte, quindi manteniamo costante il timbro) differirà dalle altre solamente per l’altezza. Quindi tra il Do Centrale e il Re c’è una distanza. Come si misura?
Si conta il numero di note tra le due di cui si vuol misurare la distanza, tenendo conto anche della prima nota.
Tra il Do Centrale e il Re c’è un intervallo di seconda (o semplicemente una seconda, abbreviando), infatti devi Contare Do (1), Re (2), quindi sono 2 note ovvero una seconda.
Tra il Do Centrale e il Mi c’è un intervallo di terza (o semplicemente una terza), infatti devi Contare Do (1), Re (2), Mi (3) quindi sono 3 note ovvero una terza.
Tra il Do Centrale e il Fa c’è un intervallo di quarta (o semplicemente una quarta), infatti devi Contare Do (1), Re (2), Mi (3), Fa (4) quindi sono 4 note ovvero una quarta.
Tra il Do Centrale e il Sol c’è un intervallo di quinta (o semplicemente una quinta), infatti devi Contare Do (1), Re (2), Mi (3), Fa (4), Sol (5) quindi sono 5 note ovvero una quinta.
Tra il Do Centrale e il La c’è un intervallo di sesta (o semplicemente una sesta), infatti devi Contare Do (1), Re (2), Mi (3), Fa (4), Sol (5), La (6) quindi sono 6 note ovvero una sesta.
Tra il Do Centrale e il Si c’è un intervallo di settima (o semplicemente una settima), infatti devi Contare Do (1), Re (2), Mi (3), Fa (4), Sol (5), La (6), Si (7) quindi sono 7 note ovvero una settima.
Tra il Do Centrale e il Do Alto c’è un intervallo di ottava (o semplicemente un’ottava), infatti devi Contare Do (1), Re (2), Mi (3), Fa (4), Sol (5), La (6), Si (7), Do (8) quindi sono 8 note ovvero un’ottava.
Da quest’ultimo intervallo di ottava deriva l’espressione “un’ottava sopra o sotto” per indicare la stessa nota,più alta o più bassa, di un intervallo di ottava. Infatti se prendi il Do centrale e lo alzi di un’ottava, esso diventerà un Do Alto!
Prendiamo ad esempio un po’ di Do sulla tastiera. Tra il Do Basso e il Do centrale c’è un’ottava. Tra il Do Centrale e il Do Alto c’è un’ottava. Tra il Do Alto e il Do Altissimo c’è un’ottava. Tra il Do Centrale e il Do Altissimo ci sono due ottave! Quindi se ti dicessi ti prendere il Do Centrale e alzarlo di due ottave, otterresti un Do Altissimo!
E se ti dicessi che distanza c’è tra il Sol ed il Re Alto?
Devi contare: Sol (1), La (2), Si (3), Do Alto (4), Re Alto (5).
C’è quindi un intervallo di quinta o più semplicemente una quinta.
Nel contare l’intervallo tra due note, devi sempre andare in ordine seguendo le note sul pentagramma o sulla tastiera, contando sempre la nota di partenza!
Altro esempio (questa volta in discesa).
E se ti dicessi che distanza c’è tra il Do Alto ed il La?
E’ la stessa che c’è tra il La e il Do Alto. Quindi puoi contare in salita partendo dal La oppure in discesa partendo dal Do Alto.
Facciamo l’esempio in discesa.
Devi contare: Do Alto (1), Si (2), La (3). C’è quindi un intervallo di terza, oppure semplicemente una terza.
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La musica è l’arte dei suoni. Può essere vocale, strumentale, oppure vocale-strumentale.
Il suono è l’elemento materiale della musica e viene prodotto dalle vibrazioni dei corpi elastici, ovvero corpi che hanno particolari proprietà. Un corpo elastico è un corpo che si deforma sotto l’azione di una forza esterna e riacquisisce, se le deformazioni non risultano eccessive, la sua forma originale al venir meno della causa sollecitante. La corda di uno strumento musicale è proprio un elemento elastico perché si deforma, vibra e poi riacquisisce la sua forma originale.
Il suono ha tre qualità:
Altezza: essa dipende dal numero di vibrazioni prodotte dal corpo elastico che poi si propagano nell’aria a giungono al nostro orecchio. Il suono più grave percepibile dall’orecchio umano ha circa 20 vibrazioni al secondo, quello più acuto circa 20.000. L’altezza distingue i suoni gravi da quelli acuti (detti anche bassi e alti). In fisica si misura in Hertz.
Intensità: essa dipende dall’ampiezza delle vibrazioni del corpo elastico. L’intensità distingue i suoni forti da quelli deboli. In fisica si misura in Decibel.
Timbro: dipende dall’insieme di onde che produce il corpo elastico. Infatti quando esso vibra produce non una singola onda ma una serie di onde che si mescolano tra di loro chiamate suoni armonici, che formano il timbro di uno strumento. Ogni onda, presa singolarmente, avrà un suo suono base. Mescolando i suoni di tutte queste onde ottengo il timbro di uno strumento musicale. Ad esempio un Do Centrale suonato da un pianoforte è completamente diverso, come timbro, da uno suonato con il violino, ovvero l’insieme di onde generato dalla percussione di una corda del Do Centrale di un pianoforte è diverso da quello generato dallo strofinamento di una corda di violino.
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Chi suona musica da parecchi anni riconosce le note sul pentagramma quasi istantaneamente. Vede la nota e tramite la memoria fotografica ti dice immediatamente se è un Do, un Re o un’altra nota, e sa già immediatamente dove si trova sulla tastiera.
Passando molto tempo sugli spartiti, arriverai anche tu a memorizzarle visivamente, ma ora vediamo come accorciare questo percorso.
Come prima cosa, devi trovare un punto di riferimento cioè memorizzare visivamente una sola nota (o al massimo due), e poi le altre note le identificherai contando a partire dalla nota che già conosci, sapendo che le note riempiono, alternativamente, un rigo e uno spazio.
Facciamo tre esercizi progressivi:
Esercizio n° 1. Memorizza visivamente il Do Centrale e il Do Alto.
il Do centrale, ovvero la nota con il “cappello”, si trova subito sotto il pentagramma. Questa è facile da memorizzare.
il Do Alto si trova sul penultimo spazio (il terzo partendo dal basso). E’ un po’ più difficile da memorizzare non impossibile :-). Memorizza questa nota perché è molto utilizzata!
Ti ho fatto memorizzare il Do Centrale e il Do Alto perché sono le note più comunemente utilizzate nella mia raccolta di esercizi pratici e anche nella letteratura pianistica di base.
Esercizio n° 2. Impara a memoria la successione delle note crescente e decrescente.
In ordine crescente: Do, Re, Mi, Fa, Sol, La, Si, Do, ecc……
In ordine decrescente: Do, Si, La, Sol, Fa, Mi, Re, Do, ecc…
Esercizio n° 3. Impara questa regola: sul pentagramma le note occupano progressivamente il rigo e poi lo spazio.
Questo significa che una nota sul rigo sarà preceduta o seguita da una nota in uno spazio. Quando abbiamo finito tutti i righi del pentagramma, agli estremi ci sono le note con il “taglio addizionale” alle quali appartiene il Do Centrale (quella più bassa che hai memorizzato).
Quindi memorizza questa regola: le note sono scritte progressivamente riempiendo i righi e gli spazi. Quindi una nota sul rigo sarà seguita (e preceduta) da una nota subito sopra (o sotto) su uno spazio. Quando sono finiti i righi, ci sono le note con il “cappello” o con il taglio addizionale.
Sse hai memorizzato questo schemino e conosci a memoria la posizione del Do Centrale e del Do Alto, sarà facile identificare tutte le altre note sul pentagramma.
La tabella seguente ti mostra alcuni esempi.
Nota da identificare
Metodo per identificarla
Soluzione
Si vede subito che è la nota successiva al Do Alto, quindi è un Re Alto.
Si vede subito che la nota è più alta del Do Alto, quindi si conta a salire.Il primo pallino è il Do Alto, il secondo il Re Alto, il terzo il Mi Alto ed infine abbiamo la nostra nota ovvero il Fa Alto.
Si vede subito che la nota è più alta del Do Alto, quindi si conta a salire. Il primo pallino è il Do Alto, il secondo il Re Alto, il terzo il Mi Alto, il quarto il Fa Alto, quinto il Sol Alto, ed infine arriviamo alla nota con il cappello superiore ovvero il La Alto.
Si vede subito che è la nota subito sotto al Do Alto, quindi è un Si.
1)
2)
Puoi usare due metodi: 1) Si vede subito che è una nota più bassa del Do Alto, quindi si conta a scendere. Il primo pallino è il Do Alto, il secondo il Si, il terzo il La, il quarto il Sol, ed infine arriviamo alla nostra nota ovvero il Fa. 2) Si vede subito che è una nota più alta del Do Centrale, quindi si conta a salire. Il primo pallino è il Do Centrale, il secondo il Re, il terzo il Mi ed infine arriviamo alla nostra nota ovvero il Fa.
Si vede subito che è la nota successiva al Do Centrale, quindi è un Re.
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Abbiamo visto come si identifica un Do e di conseguenza tutte le altre note. Abbiamo visto inoltre come, su una tastiera, ci siano più Do, più Re e analogamente la stessa cosa vale anche per le tutte le altre note.
Prendiamo ora la zona centrale della tastiera. Il Do che si trova in questa zona è il Do Centrale.
Dopo il Do Centrale, spostandoti a destra sui tasti bianchi, trovi il Re, il Mi, il Fa, il Sol, il La ed il Si. Queste note non le chiameremo “centrale” come il Do (es. Re Centrale, Mi Centrale, ecc…), ma per comodità le lasceremo senza aggettivi. Dopo il Si c’è il Do Alto, il Re Alto, il Mi Alto, il Fa Alto. ecc… Qui usiamo il termine “Alto” associato a ciascuna nota per distinguerle da quelle di prima.
Tutte le note musicali vengono scritte all’interno di un insieme di righi e spazi che prende il nome di pentagramma. All’inizio del pentagramma appare sempre un simbolo chiamato “chiave di violino”. Talvolta ne appaiono altri, ma saranno oggetto di lezioni successive.
Il pentagramma si compone di 5 righi e 4 spazi.
Il Do Centrale è la nota con il “cappello”, che in linguaggio musicale si chiama “taglio addizionale” ovvero la lineetta orizzontale che la taglia orizzontalmente ed è posizionata leggermente sotto i 5 righi. Si chiama Do Centrale perché esso è posizionato all’incirca a metà della tastiera. Lo chiameremo “Centrale” per distinguerlo dagli altri Do.
Il Re sta sotto il primo rigo (ma attaccato) e subito sopra il Do Centrale
il Mi sta sopra il Re, sul primo rigo
il Fa sta sopra il Mi tra il primo e secondo rigo (oppure nel primo spazio)
il Sol sta sopra il Fa, nel secondo rigo
il La sta sopra il Sol, tra il secondo e terzo rigo (ovvero nel secondo spazio)
il Si sta sopra il La, nel terzo rigo
il Do Alto sta dopo il Si, tra il terzo e quarto rigo (ovvero nel terzo spazio). Questo Do lo chiameremo “Alto” e analogamente tutte le note successive, per distinguerle da quelle precedenti.
il Re Alto sta dopo il Do Alto, nel quarto rigo
il Mi Alto sta dopo il Re Alto, tra il terzo e quarto rigo (ovvero nel quarto spazio)
il Fa Alto sta dopo il Mi Alto, sul quinto rigo
il Sol Alto sta subito sopra il quinto rigo (sono finiti gli spazi!)
il La Alto ha il taglio addizionale come il Do Centrale e si trova sopra il pentagramma
Ricapitolando, le note vengono indicate riempiendo progressivamente, a salire, i righi e gli spazi del pentagramma secondo il criterio visto in precedenza.
Vediamo ora dove si trovano queste note sulla tastiera.
Si identifica prima il Do Centrale come abbiamo già visto:
e poi le altre note si trovano sui tasti bianchi a salire verso destra.
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Le note musicali sono 7: Do, Re Mi, Fa, Sol, La Si. Ora imparerai a riconoscerle sulla tastiera.
La tastiera del pianoforte (e similmente quella dell’organo e della tastiera) è fatta in questo modo.
Essa è composta da tasti bianchi e neri. I tasti neri si trovano raggruppati in insiemi da 2 o da 3 tasti.
Il tasto bianco che si trova subito prima (a sinistra) di un gruppo da 2 tasti neri identifica un Do. Quindi tutti i tasti bianchi che si trovano immediatamente prima di un gruppo di 2 tasti neri sono dei Do. Quindi, in ogni tastiera, non c’è un solo Do ma ce ne sono diversi.
Una volta trovato un Do, spostandoti a destra sui tasti bianchi seguenti troverai tutte le altre note in ordine:
Come già detto in precedenza, non c’è solo un Do sulla tastiera, ma ce ne sono diversi. La stessa cosa vale per le altre note (ci sono diversi Re, diversi Mi, ecc…).
Come vedremo poi nelle lezioni successive, tali Do (e analogamente le altre note) differiscono tra loro per altezza.
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I momenti musicali più significativi della festa sono:
Il momento dell’aperitivo. In questa circostanza essendo il preludio della festa, solitamente metto musica di sottofondo tra cui “Io che amo solo te” (A. Amoroso), Sometimes (Rem), Because you loved (Celine Dion), la cura (Battiato), la donna cannone (De Gregori) e tanti altri autori come gli 883, Vasco Rossi, Ligabue oppure musica jazz di L. Armstrong, pezzi pianistici di R. Clayderman, ecc.
L’ingresso degli sposi. Un brano particolarmente caro agli sposi è indicato in questo momento (da concordare).
Il momento del pasto. Qui alterno pezzi cantati (da me e/o dalla cantante) a pezzi di sola musica dal vivo che creano un’atmosfera allegra ma allo stesso tempo raffinata e tranquilla dove gli ospiti possono mangiare parlando tranquillamente. Io e le mie collaboratrici abbiamo un vastissimo repertorio di musica italiana e straniera tra cui: This Live (Maroon 5), Life (Des’ree), Il Guerriero (Mengoni), l’emozione non ha voce (Celentano), Il mio giorno migliore (Giorgia) e moltissime altre.
Il ballo della sposa con il papà e il ballo dello sposo con la mamma. Qui gli sposi possono scegliere un brano a loro caro. Io propongo Avrai di Baglioni e Uguale a Lei della Pausini ma vanno bene anche molte altre purché abbiano l’amore come tema e siano allegre.
Il primo ballo degli sposi. Qui gli sposi dovranno decidere il pezzo per il loro primo ballo. Alcuni dei brani adatti possono essere: When a man loves a woman (Michael Bolton), Stai con me (Raf), Always (Bon Jovi), Ti sposerò perché (Ramazzotti).
I giochi. Alcuni dei giochi che propongo: gioco “Quanto ci conosciamo”. Gli sposi separatamente scrivono le risposte ad alcune domande (senza che possano ascoltarsi l’un l’altro) e poi io o la mia collaboratrice leggerà ad alta voce le risposte! Gioco “Cenerentola”: lo sposo bendato deve toccare i piedi di alcune donne e indovinare quelli della sua sposa. Lo stesso gioco viene fatto dalla sposa toccando i polpacci di alcuni invitati uomini.
Il karaoke. Durante il pasto passo tra i tavoli con dei foglietti di carta dove gli invitati possono scrivere le canzoni che desiderano cantare. Poi passo a raccoglierli e comincio a mandare le basi e a chiamare i diretti interessati 🙂
Il taglio della torta. Durante il taglio della torta ci va una canzone particolarmente cara agli sposi. Posso consigliare Solo per te dei Negramaro, Eclissi del cuore (Nek – l’Aura), Celebration, ecc…
Il lancio del bouquet. Un sottofondo come Single Ladies di Beyoncé rende particolare questo momento così delicato per la futura sposa… 😀
Musica dance finale. Infine, chiudo la festa con una serie di balli sfrenati per i giovani e meno giovani tra cui: Sofia, Mueve la colita, Gioca Jouer, Diamonds, She Bangs, Gigi d’Agostino, e più tranquille come sul bel danubio blu (valzer), polke, mazurke e swing.
Alcuni consigli utili…
Se il ristorante possiede già un pianoforte, meglio ancora se a coda, una raccolta di pezzi pianistici classici e contemporanei creano un’emozione indimenticabile: di solito propongo un repertorio di brani conosciuti di Yiruma, di Allevi, Einaudi e li alterno a brani più improvvisati e virtuosistici, un po’ stile saloon dell’800, per poi passare, eventualmente, a pezzi più classici (esempio Chopin) e jazz, un po’ da pianobar.
Disponiamo di tutta l’attrezzatura professionale tra cui tastiera Workstation di ultima generazione, casse amplificate da per ogni tipo di locale (anche all’aperto), mixer, monitor, pc portatile e 7 microfoni per karaoke (di 2 wireless) con i testi delle canzoni che scorrono sullo schermo, tantissime basi musicali e un vasto archivio di musica da ballare. Abbiamo anche l’impianto luci, il monitor per il karaoke e la macchina del fumo.
Sulla programmazione musicale del ricevimento, si possono richiedere soluzioni personalizzate a livello di repertorio e strumentisti. Oltre alla musica dal vivo, come già spiegato precedentemente, io e le mie collaboratrici Tatiana, Jessica e Patrizia intratteniamo gli sposi e gli ospiti con il lancio del bouquet, il lancio della giarrettiera e molti altri giochi. Ci serviamo inoltre di altri musicisti, qualora ce ne fosse esigenza.
Per un matrimonio civile, uno strumento come il pianoforte o una tastiera elettronica per me è fondamentale, in quanto sono strumenti versatili e adatti per ogni tipo di musica. In particolare, se la sala in cui si svolgerà il matrimonio è dotata di un pianoforte a coda, allora la scelta migliore è quella di affidarsi ad un buon pianista. In alternativa, uno strumento come una buona tastiera elettronica di ultima generazione può simulare il suono di una grande orchestra, di un quartetto di archi e anche di musica da ballo!
Ascoltate per esempio la colonna sonora del film “La vita è bella” di Nicola Piovani, suonata alla tastiera, con le sonorità proprie della musica Country:
Rispetto alla cerimonia in chiesa, quella civile è più breve. E’ un momento di festa dove i futuri sposi esprimono la volontà di contrarre matrimonio, manifestando davanti ad un pubblico ufficiale e ai testimoni il loro consenso. Il matrimonio civile, rispetto a quello religioso è più breve, quindi a mio parere la musica deve, a maggior ragione, ricoprire un ruolo fondamentale e riempire ogni momento del rito, dando la giusta cornice emotiva a questo momento.
In un rito civile si esegue:
un primo pezzo all’ingresso dello sposo;
una serie di pezzi di sottofondo mentre lo sposo attende la sposa;
un pezzo per l’ingresso della sposa;
un sottofondo durante le eventuali letture scelte dagli sposi;
un sottofondo dolce e romantico durante il consenso;
un brano musicale allegro e festoso dopo il consenso;
una serie di brani alla fine della cerimonia.
I brani possono essere di musica antica, barocca, classica, romantica, moderna, jazz. Non c’è un vincolo preciso sulla loro scelta, purché siano comunque in linea con l’atmosfera del matrimonio.