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Corso Base di Pianoforte Gratuito, Lezione 36: Tutorial sulla colonna sonora di “giochi proibiti” (es. 23)

Imparerai a suonare il tuo primo pezzo con bemolli in chiave e la mano sinistra scritta in chiave di basso.

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Il pezzo che ti propongo in questo tutorial è la celebre melodia catalana, colonna sonora del film “giochi proibiti” scritta da un compositore anonimo.

Iniziamo dai bemolli e diesis in chiave.

Fino a circa metà brano (quindi le prime 16 battute), il pezzo ha un bemolle in chiave, precisamente il Si. Questo significa che tutti i Si che troverai saranno bemolli.

Successivamente, a battuta 17, c’è un cambio dell’armatura di chiave e abbiamo due diesis, precisamente il Fa ed il Re. Questo significa che da battuta 17, il Si che precedentemente era bemolle, tornerà naturale e  tutti i Fa e i Do saranno diesis.

Ti ricordo che si chiama armatura di chiave l’insieme dei diesis e dei bemolli che compare vicino alla chiave di violino o di basso.

Alla luce di quanto detto, il pezzo diventerà così:

Ora vediamo un simbolo nuovo, che compare a battuta 20 e a battuta 26. Si chiama bequadro.

  = bequadro

Esso serve per annullare l’alterazione della nota (quindi il bemolle o il diesis) e la riporta in modo naturale.

A battuta 20, il bequadro alla sinistra del Do, indica che il Do va eseguito naturale, senza alterazioni. 

Il Do subito dopo il bequadro, il terzo della battuta, torna ad essere diesis e viene indicato esplicitamente.

Ora che abbiamo introdotto il bequadro, in realtà esso doveva essere indicato anche in chiave all’inizio della battuta 17, subito prima dei diesis, per indicare l’annullamento del bemolle sul si. Noi, in questo momento, assumiamo che ci sia implicitamente e non lo indichiamo.

In realtà

Ora abbiamo tutti gli elementi per suonare il pezzo. Mi soffermo solo su alcuni tecnicismi specifici:

Nei riquadri verdi ci sono passaggi dove occorre allargare le dita. 

Vediamo nel dettaglio il primo riquadro verde:

  • il Re va suonato con il pollice, il successivo Fa# con l’indice ed infine il La con il medio. Nel passare da una nota all’altra devi allargare leggermente la mano, e soprattutto tieni sempre decontratte le dita non utilizzate.
  • Una volta giusto al Re Alto, devi riallineare subito la mano nella nuova posizione che sarà: Re Alto=mignolo, Do Alto=anulare, Si o Sib=medio, La=indice, Sol=pollice.

Il secondo riquadro verde invece mostra un allargamento al contrario, ovvero da destra verso sinistra. Occorre allargare la mano per arrivare a premere il Mi con l’indice, tenendo decontratti, in modo particolare, pollice e mignolo della stessa mano.

I riquadri arancioni invece indicano i relativi passaggi dell’indice e del medio sopra il pollice.

Nel primo e nel terzo riquadro abbiamo il passaggio del medio sopra il pollice. Occorre far perno sul sul pollice, scavalcarlo con il dito da utilizzare tenendo però rilassate tutte le dita inutilizzate, soprattutto il mignolo della mano destra, che tende ad irrigidirsi. Il passaggio avviene solo muovendo la mano, senza movimenti del gomito, che deve rimanere fermo.

La stessa cosa vale per il passaggio dell’indice sul pollice del secondo riquadro arancione, che abbiamo già visto nella lezione 28 sulla primavera di Vivaldi.

Infine nel riquadro rosso abbiamo un “salto” ovvero uno spostamento molto ampio sulla tastiera. Qui l’allargamento è troppo grande per poter essere fatto solo con le dita, pertanto devi spostare dolcemente la mano verso destra dalla vecchia alla nuova posizione con un dolce movimento del polso e mantenendo la mano, durante lo spostamento, morbida e allineata (senza allargamenti delle dita).

Ora andiamo alla mano sinistra. Come vedi, le note sono scritte in chiave di basso. All’inizio ti consiglio di scriverle a matita sulla partitura, così per te sarà più facile suonarle correttamente e poi poco alla volta, a suon di esercizi, le memorizzerai visivamente.

Ti dico quali sono:

Buono studio! Ricorda sempre di studiare prima la mano destra, poi la mano sinistra e infine mettile insieme!

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Corso Base di Pianoforte Gratuito, Lezione 35: I tagli addizionali e i simboli di ottava superiore ed inferiore

Imparerai a leggere le note alte e basse che escono dal pentagramma e i simboli di abbreviazione per note molto alte e basse

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Nelle prime lezioni di questo corso abbiamo visto le note dal Do Centrale fino al La Alto, indicate con la chiave di violino. Nella lezione precedente, invece abbiamo visto le note sotto il Do Centrale, indicate con la chiave di basso.

Mancano ancora delle note… quelle più alte del La Alto 

e quelle più basse del Mi bassissimo!

Come le indichiamo? Con i cosiddetti tagli addizionali.

Prendiamo ancora una volta questo schema che abbiamo visto parecchie volte:

Vediamo ora come si rappresentano le note al di sopra del La Alto. Come hai imparato nelle prime lezioni, il La Alto ha il “cappello” che è praticamente un rigo fittizio indicato esclusivamente in prossimità della nota. 

Come regola generale, le note al di sopra del pentagramma si rappresentano facendo finta che ci siano ulteriori righi e spazi, che vengono indicati solo in prossimità della nota. Questi righi sono i cosiddetti tagli addizionali.

Vediamo prima le note alte:

Il La Alto ha il “cappello” o primo taglio addizionale perché sta su un rigo immaginario indicato solo in prossimità del La, successivo al quinto rigo (immaginiamo sia un sesto rigo fittizio). Questo rigo fittizio lo chiamiamo primo taglio addizionale.

La nota successiva, il Si Alto, starà subito sopra il La Alto, quindi appoggerà sul primo taglio addizionale.

Il Do Altissimo sta invece sul secondo taglio addizionale (e in questo caso ne vengono indicati due).

Il Re Altissimo poggia sul secondo taglio addizionale, e così via.

Man mano che le note si alzano, diventerà sempre più difficile identificarle a causa del grande numero di tagli addizionali utilizzati. Per semplificare la lettura, sopra le note si metterà il simbolo di ottava superiore (8——I) che significa traslare la nota o le note indicate, un’ottava sopra.

Ad esempio:

Questo spartito indica due Do Altissimi (riquadro rosso della figura successiva) da eseguirsi un’ottava sopra. Pertanto il Do indicato nel riquadro rosso viene spostato su di un’ottava (la posizione sulla tastiera della nota giusta è quella del pallino rosso).

In altre parole, questo DO

è equivalente a quest’altro: 

Ovvero è un Do Altissimo spostato ancora di un’ottava superiore.

Allo stesso modo i tagli addizionali raffigurano le note sotto il Do Centrale.

Il principio è sempre quello dei righi immaginari chiamati tagli addizionali, ma questa volta saranno sotto il pentagramma. 

Il Do Centrale è posizionato sul primo taglio addizionale, il Si Basso subito sotto, il La Basso sul secondo taglio addizionale, e così via. Come puoi vedere alcune note si possono indicare sia con i tagli addizionali che con la chiave di basso.

Come visto per le note alte, qui allo stesso modo man mano che scendiamo aumenteranno i i tagli addizionali, e diventerà sempre più difficile leggere le note. Infatti, note con troppi tagli addizionali in chiave di violino vengono normalmente scritte in chiave di basso.

Lo stesso principio dei tagli addizionali viene usato per rappresentare note scritte in chiave di basso ma più alte del Do Centrale e più basse del Mi Bassissimo, seguendo i principi visti in precedenza. 

Quando le note diventano troppo basse e il numero di tagli addizionali aumenta notevolmente, viene usato il simbolo di ottava inferiore ( 8——I)  per traslare la nota (o le note) un’ottava sotto.

Ad esempio, la nota:

è equivalente a questa nota: 

ovvero è un Do Centrale traslato un’ottava sotto che diventa quindi un Do Basso.

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Corso Base di Pianoforte Gratuito, Lezione 34: Imparare a leggere le note in chiave di basso

Imparerai a leggere le note in chiave di basso e ti insegnerò alcuni trucchi per leggerle più velocemente

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Nelle prime lezioni del corso abbiamo visto che all’inizio di ogni riga di uno spartito, ovvero all’inizio di ogni pentagramma, c’è un simbolo particolare chiamato chiave di violino.

Questa chiave è conosciuta anche con il nome di Chiave di Sol perché si dice che appoggi sul secondo rigo, che indica il Sol. In realtà, da come viene raffigurata comunemente, non appoggia sul secondo rigo, ma lo interseca tre volte. Inoltre, quando la devi disegnare, partirai leggermente sotto il secondo rigo.

A parte queste piccole osservazioni, possiamo tranquillamente dire che la chiave di violino identifica il Sol. Essa è la chiave di lettura che indica la posizione delle note come l’abbiamo imparata nelle prime lezioni di questo corso, ovvero così:

Questo schema copre solamente le note dal Do Centrale in su, ma se volessimo indicare sul pentagramma una nota più bassa?

Ci sono due modi:

  1. Usando i cosiddetti “tagli addizionali” che vedremo poi nella lezione 35, ma in realtà sono abbastanza scomodi per indicare note troppo basse.
  2. Usando la chiave di basso, che indica, sempre in un pentagramma, le note sotto il Do Centrale.

Vediamo come.

Come puoi vedere da questo schema, la chiave di basso (simbolo ) è la continuazione, sotto il Do Centrale, della chiave di violino. Essa viene chiamata anche Chiave di Fa perché i due puntini sulla destra racchiudono il rigo che identifica il Fa (basso).

La chiave di basso rappresenta sul pentagramma le note che stanno alla sinistra del Do Centrale, ovvero le note basse (appunto dal nome della chiave).

Essa è utilizzata soprattutto per indicare le note della mano sinistra negli spartiti per pianoforte, organo e tastiera.

Regola pratica: per identificare subito le note della chiave di basso, ti svelo una regola pratica. Essa dice:

  • Step 1: Leggi la nota in chiave di violino
  • Step 2: Identifica la nota che si trova un intervallo di terza sopra (quindi due note sopra). In questo modo hai trovato il nome della nota.
  • Step 3: questa nota, portala giù di due ottave. Ora hai trovato la posizione sulla tastiera della nota.

Vediamo un’applicazione.

Nota da identificare:

Step 1: leggo la nota in chiave di violino

  quindi identifichiamo un La.

Step 2: alzo la nota di 2 note superiori. Quindi dal La andiamo al Si (+1), e poi dal arriviamo al Do Alto (+2).

Step 3: abbasso la nota di due ottave. Quindi dal Do Alto scendo di un’ottava e vado al Do Centrale, dal Do Centrale scendo di un’altra ottava e vado al Do Basso. La nota che hai visto prima, in chiave di basso, è un Do Basso.

Vediamo un altro esempio.

Nota da identificare: .

In chiave di violino è un Fa Alto, la alzo di due e ottengo un La Alto, la porto giù di due ottave e ottengo un La Basso (ovvero il La sotto il Do Centrale).

Come hai potuto vedere, con lo Step 2 identifichi il nome della nota in chiave di basso, con lo Step 3 la sua posizione sulla tastiera.

Una volta che hai imparato ad identificare le note in chiave di basso, puoi usare gli stessi trucchi per migliorare la lettura illustrati nella lezione 3, identificando una nota base, facile da memorizzare visivamente. 

Personalmente ho memorizzato il Do Basso (), che è l’esempio visto in precedenza, ma puoi scegliere qualsiasi altra nota. E poi conti le note a salire e a scendere come ti ho insegnato nelle lezioni 2 e 3.
La chiave di basso ha i due puntini tra il quarto rigo, ed identifica il Fa
(). Memorizzare questo Fa può essere un’ottima alternativa come base di partenza per tutte le altre note.

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Corso Base di Pianoforte Gratuito, Lezione 33: Tutorial sul Te Deum (Preludio) di Charpentier (Es. 22)

Imparerai a suonare il tuo primo pezzo con dei diesis in chiave

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In questa lezione ti propongo un altro pezzo molto famoso: il Te Deum di Charpentier, ovvero la sigla dell’eurovisione. Ecco lo spartito.

Nella lezione 31 avevamo detto che le alterazioni o accidenti (quindi diesis e bemolli) possono essere indicati non solo a sinistra di una nota, ma anche all’inizio del pentagramma, subito dopo la chiave di violino. In quest’ultimo caso, essi identificano le note che saranno diesis o il bemolli, di qualsiasi altezza.

In questo spartito, abbiamo due diesis in chiave (si dice così!) che sono posizionati sul Fa (Alto) e sul Do (Alto). Questo significa che tutti i Fa e tutti i Do che incontreremo durante il pezzo saranno diesis, di qualsiasi altezza (quindi tutti: bassi, centrali e alti).

Lo spartito si leggerà così. Per comodità di lettura ho inserito i diesis sopra le note, anziché a sinistra:

Ora passiamo agli spostamenti delle dita, che in questo pezzo, riguardano solamente la mano destra. 

Riquadro verde n° 1: qui dobbiamo suonare un La con il pollice e poi successivamente un Re Alto con l’indice, pertanto dobbiamo fare un allargamento. Devi usare il pollice come perno e allargherai la mano fino ad arrivare, con l’indice, al Re Alto. Appena lo suonerai, dovrai rilassare immediatamente la mano destra e riallinearla alla nuova posizione: il pollice poggerà sul Do Alto, l’indice sul Re Alto, il medio sul Mi Alto, l’anulare sul Fa Alto e il mignolo sul Sol Alto. Per ora poggiamo le dita solo sui tasti bianchi, con il tempo verrà naturale, a seconda dei diesis (o bemolli) che abbiamo in chiave, allineare le dita anche ai relativi tasti neri.

Riquadro verde n° 2: qui dobbiamo suonare prima un Mi alto con il secondo dito, poi dobbiamo allargare la mano verso il basso per suonare il La con il pollice usando l’indice come perno. Una volta premuto il La, devi mantenere la mano allargata, perché subito dopo devi suonare il Re Alto con l’indice. Mantenendo l’allargamento hai già la mano pronta per suonare il Re Alto con comodità.

Una volta premuto il Re Alto con il secondo dito, rilassi immediatamente la mano e la riallinei alla nuova posizione, come detto precedentemente, quindi pollice poggerà sul Do Alto, l’indice sul Re Alto, il medio sul Mi Alto, l’anulare sul Fa Alto e il mignolo sul Sol Alto.

Riquadri azzurri: qui devi suonare prima un Fa Diesis (Alto) con il quarto dito e subito dopo un Re Alto con il primo dito. Per suonare questo passaggio dovrai contrarre la mano, usando come perno l’anulare e avvicinando il pollice fino al Re Alto. Appena suonerai il Re Alto, la mano va rilassata e riallineata completamente alla nuova posizione.

Il nuovo allineamento comporterà il pollice sul Re Alto, l’indice sul Mi Alto, il medio sul Fa Alto (o sul Fa# Alto, come preferisci), l’anulare sul Sol Alto ed il mignolo sul La Alto.

Quando devi passare da un tasto nero ad uno bianco (esempio tutte le volte che suoni prima il Fa# e poi un Sol o un Mi) ricorda sempre che la mano va tenuta composta più possibile. Se dopo aver premuto un tasto nero occorre suonarne uno bianco vicino, premi la zona superiore del tasto bianco per evitare spostamenti innaturali della mano verso il basso.

Infine, ti insegno una regola importante per suonare correttamente i tasti neri: è preferibile suonarli sempre con il secondo, terzo e quarto dito (quindi indice, medio e anulare), evitando se possibile il primo dito ovvero il pollice e il quinto ovvero il mignolo, e ti spiego perché:

  • riguardo il mignolo, i tasti neri sono più stretti di quelli bianchi e sono in rilievo sulla tastiera, il mignolo è il dito più sottile della mano e se lo uso per suonare un tasti nero rischi di farlo scivolare e prendere per errore una nota vicina. 
  • Riguardo il pollice, esso appoggia sul tasto di lato, in parte sull’unghia e in parte sul polpastrello: la parte dell’unghia è scivolosa e rischi che il pollice vada giù andando a prendere una nota vicina.

In linea generale, la diteggiatura che troverai negli spartiti tiene sempre in considerazione questa regola, ma tu imparala comunque. In futuro potresti trovare spartiti senza diteggiatura che hanno dei diesis o dei bemolli e quindi ti tornerà utile!

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Corso Base di Pianoforte Gratuito, Lezione 32: Tutorial sull’inno alla gioia di Beethoven (Es. 21)

Imparerai l’inno alla gioia di Beethoven

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Eccoci giunti all’esercizio 21, uno dei pezzi più famosi di Beethoven: l’inno alla gioia.

Le prime tre battute non presentano particolarità. Avendo seguito tutte le mie lezioni precedenti sei in grado di suonarle autonomamente.

Nella quarta battuta, mano destra, invece c’è una particolarità: abbiamo un Mi Alto che vale un battito (o un quarto) seguito da un puntino (quindi una semiminima puntata) e subito dopo un Re Alto come croma.

Il Mi Alto con il puntino vale un battito e mezzo e il Re Alto solo mezzo battito. Quando eseguirai questa battuta dovrai contare “uno, du-” sul Mi Alto e poi “e” sul Re Alto.

La stessa cosa vale per la battuta 8 e 16 (l’ultima).

La suddivisione ritmica della battuta 4 è la seguente:

Andiamo ora nella terza battuta della seconda riga (battuta 11). La mano sinistra deve suonare prima un sol naturale e successivamente un Sol Diesis da eseguire con il secondo dito. Anche qui, come abbiamo già visto nella lezione 27 sulla canzonetta di Mozart, dovremo fare il passaggio dell’indice sopra il pollice. Il primo Sol naturale (in musica il termine “naturale” significa senza alterazioni, quindi senza diesis o bemolli) lo suonerai con il pollice, il Sol Diesis con l’indice passandolo sopra il pollice. 

Facendo questo movimento fai attenzione a non alzare il gomito. Il pollice va usato come perno e l’indice lo scavalcherà mantenendo la mano sempre composta. Il successivo La della battuta seguente lo suonerai con il pollice, riallinei immediatamente la mano e infine suonerai il Sol successivo (naturale) con l’indice.

Il Do centrale successivo lo dovrai suonare con il quinto dito. Visto che parti con un secondo dito posizionato sul Sol, dovrai spostare la mano delicatamente in modo da posizionare il quinto dito sul Do Centrale. Una volta premuto il Do Centrale, devi riallineare subito completamente la mano alla nuova posizione.

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Corso Base di Pianoforte Gratuito, Lezione 31: Toni, Semitoni, Diesis e Bemolli

Imparerai cosa sono i toni, i semitoni, i diesis e i bemolli, e inizierai a conoscere i tasti neri del pianoforte

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Fin’ora, negli esercizi che ti ho proposto, abbiamo sempre usato i tasti bianchi della tastiera. Come puoi vedere, però, esistono anche dei tasti neri.

La minima distanza tra due tasti, quindi considerando sia i tasti bianchi che quelli neri, prende il nome di semitono. La somma di due semitoni è pari ad un tono.

Un diesis (indicato con il simbolo #), è la nota più vicina spostandosi a destra, quindi è la stessa nota alzata di un semitono.

Quindi un Re Diesis è la nota più vicina a destra del Re, considerando però tutti i tasti, sia bianchi che neri.

Come puoi vedere dall’ultimo esempio, il diesis non è per forza una nota nera. Il Mi# corrisponde al Fa, perché il Fa è la nota più vicina a destra del Mi. La stessa cosa vale anche per il Si. Un Si# corrisponde ad un Do (più alto).

Quindi tra una nota e la stessa con il diesis, c’è sempre una distanza di un semitono (la nota con il diesis è un semitono sopra quella naturale).

Un bemolle (indicato come b), è la nota più vicina spostandosi a sinistra, quindi è la stessa nota abbassata di un semitono.

Quindi un Re Bemolle è la nota più vicina a sinistra del Re, considerando sempre tutti i tasti, sia bianchi che neri.

Come puoi vedere dall’ultimo esempio, anche il bemolle non è per forza una nota nera. Il Fab corrisponde al Mi, perché il Mi è la nota più vicina a sinistra del Fa. La stessa cosa vale anche per il Do. Un Dob corrisponde ad un Si.

I bemolli e i diesis possono anche coincidere. Riprendendo gli esempi precedenti, il FA# coincide con il Solb.

Quindi tra una nota e la stessa con il bemolle, c’è sempre una distanza di un semitono (la nota con il bemolle è un semitono sotto quella naturale).

I segni dei diesis e bemolli, oltre ad essere indicati a sinistra della nota, possono essere indicati anche all’inizio del pentagramma, subito dopo la chiave di violino. Essi sono posizionati esattamente nella stessa posizione delle relative note, che ne prenderanno la relativa alterazione (ovvero che saranno diesis o bemolli) e tale indicazione vale per tutta la della riga, fino ad indicazione contraria.

Prendiamo l’esempio seguente. 

Esempio con i diesis:

Vedi che vicino alla chiave di violino ci sono due diesis, uno posizionato sul Fa Alto, l’altro sul Do Alto. Questo significa che tutti i Do e tutti i Fa che troverai in questo spartito saranno diesis, indipendentemente se sono bassi o alti. Infatti, quando i dicesis (o i bemolli) sono indicati ad inizio riga (quindi si dice che sono “in chiave”) ci indicano solo il nome delle note che prenderanno il diesis o il bemolle, indipendentemente dalla loro altezza. 

Quindi il pezzo precedente equivale a quanto scritto qui sotto e si dice, in linguaggio musicale, che tale brano ha due diesis in chiave.

è uguale a:

Se ad esempio incontrassimo un pezzo scritto in questo modo:

Avremo che le prime due battute avranno tutti i Fa e tutti i Do diesis, dalla terza battuta, oltre ai Fa e ai Do diesis, avremo anche tutti i Sol.

Esempio con i bemolli:

Analogamente, il pezzo con tre bemolli in chiave:

coincide con:

I diesis o bemolli sono chiamati in musica alterazioni o accidenti.L’insieme dei diesis o bemolli messi in chiave (quindi all’inizio di ogni riga) prende il nome di armatura di chiave.

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Corso Base di Pianoforte Gratuito, Lezione 30: Il punto di valore

Conoscerai il punto di valore

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Non esiste un nome per una nota che vale tre battiti, ma occorre ricorrere ad una minima (la nota da 2 quarti) seguita da un puntino sulla destra. Ma perché si indica così?

Il puntino a destra di una nota ha una particolare funzione: aumenta la durata della rispettiva nota di metà del suo valore.

Una nota da 4 con un puntino a destra vale 4 + 2 = 6 battiti o quarti.

= 4 + 2 = 6 battiti o quarti

Una nota da 2 con un puntino a destra vale 2 + 1 = 3 battiti o quarti.

= 2 + 1 = 3 battiti o quarti

Una nota da 1 con un puntino a destra vale 1 + mezzo = 1 battito e mezzo oppure tre ottavi (un quarto che equivale a due ottavi più un ottavo).

= 1 + mezzo = 1 battito e mezzo (o tre ottavi)

La stessa cosa vale anche per le pause:

= 4 + 2 = 6 battiti o quarti di silenzio

= 2 + 1 = 3 battiti o quarti di silenzio

= 1 + mezzo = 1 battito e mezzo oppure tre ottavi di silenzio

Il puntino però può essere anche doppio o triplo. 

Ciascun puntino più a destra aumenta di metà il valore del puntino alla sua sinistra. 

Il primo puntino invece ha sempre la funzione di aumentare di metà il valore della nota a cui si riferisce.

= 2 + 1 + mezzo = 3 battiti e mezzo (o tre quarti e mezzo)

= 4 + 2 + 1 + mezzo = 7 battiti e mezzo (o 7 quarti e mezzo) di silenzio

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Corso Base di Pianoforte Gratuito, Lezione 29: La durata delle note e delle pause (riepilogo)

Breve riepilogo sulla durata delle note e delle relative pause

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Negli esercizi precedenti abbiamo incontrato diversi tipi di note, alcune raffigurate con dei pallini bianchi, altre con pallini neri, altre disegnate con una gambetta. Abbiamo visto che queste differenze indicano una diversa durata della nota.

Ogni nota ha una sua durata temporale. L’unità di misura di questa durata è il battito, che può essere più o meno veloce a seconda del tipo di musica. Il battito può durare un secondo, un paio di secondi o anche frazioni di secondo.

Una cosa molto importante che ti ho già detto: ogni battito dura la stessa quantità di tempo, quindi devi importare una velocità di ripetizione di ogni battito e mantenere sempre quella fino alla fine del pezzo (salvo indicazioni contrarie scritte o interpretative).

NotaDurataPausa corrispondenteNome
Quattro battiti (oppure quattro quarti)Semibreve
oppureDue battiti (oppure due quarti)Minima
oppure Un battito (oppure un quarto)Semiminima
oppure oppure Mezzo battito (oppure mezzo quarto, quindi comunemente si dice un ottavo)Croma

Manca la nota da 3. Se ti ricordi si indica con una minima con il puntino. Non l’ho inserita in tabella precedente perché, in realtà, non ha un nome ma viene derivata dalla minima (nota che vale due battiti o quarti) a cui viene aggiunto il puntino.

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Corso Base di Pianoforte Gratuito, Lezione 28: Tutorial sulla Primavera di Vivaldi – Le crome e il passaggio dell’indice sopra il pollice (es. 20)

Imparerai a suonare le crome e ad eseguire il passaggio dell’indice sopra il pollice eseguendo la Primavera di Vivaldi

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Il pezzo che imparerai nella ventottesima lezione del mio corso base di pianoforte è “La Primavera” del compositore italiano Antonio Vivaldi.

Quando inizi a studiare un nuovo pezzo musicale, ricorda sempre di studiare prima separatamente la mano destra e poi la mano sinistra, e solo quando avrai preso confidenza sulle note di entrambe le mani allora potrai mettere il pezzo a mani unite!

E ricordati sempre, appena metti mano sulla tastiera, di controllare l’allineamento della mano e il rilassamento globale di tutta la muscolatura del corpo!

Vediamo insieme lo spartito della primavera di Vivaldi.

La battuta 1, mano destra,  inizia con una pausa da 2 (simbolo ) e una pausa da 1. Sul quarto battito della battuta dovrai suonare il Do Alto con la mano destra. Quindi conterai uno. due, tre, quattro, e sul quattro suonerai il Do Alto. 

Nella prima battuta la mano sinistra non suona perché ha una pausa di 4 battiti (simbolo ).

La  seconda battuta, come puoi vedere, ha delle note unite da un trattino (le ultime due della mano destra). Esse si chiamano crome e valgono ciascuna mezzo battito. Vediamole nel dettaglio.

Una nota nera con una gambetta (indifferentemente se verso l’alto o verso il basso) e una specie di “linguetta” ( o se ce ne sono due vicine) ha la durata mezzo battito. Quando la suonerai, dovrai tenere premuto il tasto per la durata di mezzo battito. Se sul battito pronuncerai u-no, la nota durerà solo il tempo relativo alla prima sillaba, ovvero la u.

(segue esempio sul PF)

oppure se singole oppure se vicine, si chiamano crome.

Se devi suonare due crome di fila, indicate con una linguetta che le unisce, suonerai la prima nota sulla “u” e la seconda sul “no”.

Quindi la battuta 2 del pezzo di Vivaldi ha la seguente suddivisione dei battiti:

La battuta 3 ha 3 battiti sul Sol Alto, l’ultimo battito sulle 2 crome Sol Alto e Fa Alto.

Le battute 6, 8 e 10 hanno un battito che occupa la prima nota, un battito sulla seconda e terza nota (quindi mezzo battito per nota), un battito per la quarta nota e un battito per la quinta.

La penultima battuta ha la prima nota che vale un battito, la seconda e la terza mezzo battito ciascuna (quindi il secondo battito della battuta occupa queste due note) e due battiti la nota successiva.

Ecco la suddivisione ritmica di tutto il pezzo.

Oltre a questo nuovo aspetto ritmico, ci sono ancora due cose importanti.

La prima è l’estensione della mano, che compare in alcuni punti:

  • tra battuta 7 e battuta 8
  • tra battuta 9 e battuta 10
  • tra battuta 11 e 12

Qui devi applicare ciò che ti ho insegnato nella lezione precedente, sulla Canzonetta di Mozart. Tra battuta 7 e 8 devi passare da un Do Alto con il pollice ad un Sol Alto con l’anulare. Come hai visto nella lezione precedente, estendi la mano fino a premere il Sol Alto con l’anulare. Appena l’hai suonato, riallinei la mano immediatamente nella nuova posizione (pollice sul Re Alto, indice sul Mi Alto, medio sul Fa Alto, anulare sul Sol Alto, mignolo sul La Alto). La stessa cosa vale anche per lo spostamento che trovi tra battuta 9 e battuta 10.

Tra battuta 11 e battuta 12 invece devi premere prima un Do Alto con il pollice e poi successivamente un La Alto con il mignolo. In questo caso devi estendere la mano, premi il La Alto con il mignolo e riallinei subito la mano nella nuova posizione (pollice sul Re Alto, indice sul Mi Alto, medio sul Fa Alto, anulare sul Sol Alto, mignolo sul La Alto).

Il secondo aspetto tecnico da analizzare è relativo alla fine del pezzo. Guardiamo insieme le ultime tre battute (mano destra).

Una volta premuto il La Alto con il quinto dito e allineato la mano nella nuova posizione, dovrai suonare il Sol Alto con il quarto dito (non scritto ma derivato dall’allineamento della mano), il Fa Alto con il terzo dito, il Mi Alto con il secondo dito, il Re Alto con il primo dito (indicato) e poi il Do Alto con l’indice. Ma per passare dal primo dito al secondo dito, scendendo di nota cioè muovendoti da destra a sinistra, dovrai ricorrere ad un passaggio particolare con le dita. 

In altre parole, l’indice scavalcherà il pollice all’indietro, il pollice farà da perno, e l’indice suonerà la nuova nota. Appena avrai premuto il Do Alto con l’indice, dovrai immediatamente riallineare la mano alla nuova posizione, pertanto una volta premuto il Do Alto le dita verranno posizionate così:

  • il pollice sul Si
  • l’indice sul Do Alto
  • il medio sul Re Alto
  • l’anulare sul Mi Alto
  • il mignolo sul Fa Alto

Questa tua nuova posizione ti servirà per suonare le note successive del pezzo come viene indicato sulla partitura ovvero il successivo Re Alto con il terzo dito e la nota finale, il Do Alto, con il secondo dito.

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Corso Base di Pianoforte Gratuito, Lezione 27: Tutorial sulla Canzonetta di Mozart – L’estensione delle dita (Es. 19)

Imparerai a suonare la Canzonetta di Mozart e ad estendere le dita per eseguire note più lontane

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Nella lezione 7 hai visto come viene indicata la diteggiatura in uno spartito. Se trovi ad esempio il numero 1 sopra un Do Centrale, lo devi suonare con il pollice.

Nelle note dove non compare alcun numero, la regola principale è che devi usare il dito più comodo, ovvero il dito che è già posizionato sopra la nota. Questa comodità te la dà l’allineamento della mano. Questo concetto l’abbiamo già visto nella lezione 17. Se hai la mano allineata ti ritrovi le note direttamente sotto le dita.

Può però accadere che tu debba suonare una nota più lontana. Vediamo un esempio nell’esercizio 19 del mio metodo, un famoso pezzo attribuito a Mozart.

Vediamo la mano destra. La prima nota da suonare è un Do alto con il pollice. Se rispetti le regole di allineamento della mano che ti ho insegnato avrai:

  • Pollice sul Do Alto
  • Indice sul Re Alto
  • Medio sul Mi Alto
  • Anulare sul Fa Alto
  • Mignolo sul Sol Alto

La terza nota del pezzo con la mano destra, presente nel primo riquadro rosso, è un Sol, dove viene indicato il numero 4, ovvero devi suonare questo Sol con l’anulare.

Questa diteggiatura particolare è necessaria perché subito il Sol Alto abbiamo una nota ancora più alta (il La Alto), quindi ci serve un dito libero per suonarla.

Quindi ora ti spiegherò come dovrai suonare questa prima battuta del pezzo con la mano destra:

  • Posiziona il pollice sul Do Alto.
  • Allinea la mano ai tasti come ti ho ripetuto tante volte nelle lezioni precedenti.
  • Esegui i primi due Do Alti.
  • Successivamente allarga leggermente la mano e con l’anulare premi il Sol Alto. Appena premuto dovrai immediatamente rilassare la mano e riallinearla nella nuova posizione. In altre parole, quando avrai premuto per la prima volta il Sol Alto con l’anulare le dita dovranno immediatamente riallinearsi alla nuova posizione che sarà: mignolo allineato al La Alto, anulare sul Sol alto, medio allineato al Fa Alto, indice allineato al Mi Alto, pollice allineato al Re Alto. Rilassa la mano e mantienila morbida nella nuova posizione.
  • Successivamente suonerai il secondo Sol Alto con la mano allineata, sempre con l’anulare, e avrai terminato la prima battuta.

Ora andiamo alla seconda battuta.

  • Devi suonare i due La Alti con il mignolo.
  • Il Sol Alto da due quarti lo devi suonare con l’anulare. E abbiamo terminato anche la seconda battuta.

Andiamo alla terza battuta.

  • Ora dovrai suonare un Fa con l’anulare. Devi spostare il dito anulare, dal Sol Alto al Fa Alto, delicatamente e mantenendo la mano completamente composta, senza allargare o irrigidire alcun dito. Il movimento verso sinistra viene fatto dal polso.
  • Una volta sul Fa Alto con il quarto dito, devi mantenere la mano composta in modo da essere allineata alle note sottostanti, esattamente riporterai la mano nella stessa posizione con la quale hai iniziato il pezzo ovvero l’anulare sul Fa Alto, il mignolo sul Sol Alto, il medio sul Mi Alto, l’indice sul Re Alto ed il pollice sul Do Alto.
  • Una volta riallineata la mano, suonerai i due Mi Alti successivi con il dito medio.

Ora puoi andare avanti così per tutto il pezzo.

Tutte le volte che farai uno spostamento della mano o che allarghi le dita per giungere ad una nota più lontana, una volta giunto nella nuova posizione, dovrai rilassare immediatamente la mano e riallineare le dita ai nuovi tasti bianchi vicini.

Ad esempio, se dopo uno spostamento ad esempio da un Do Centrale ad un Mi Alto, dovrai subito posizionare la mano in questo modo:

  • Pollice sul Re Alto
  • Indice sul Mi Alto
  • Medio sul Fa Alto
  • Anulare sul Sol Alto
  • Mignolo sul La Alto

Con la mano sinistra, se per esempio vai a finire con l’anulare su un Fa, l’allineamento della mano sarà:

  • Mignolo sul Mi
  • Anulare sul Fa
  • Medio sul Sol
  • Indice sul Lal
  • Pollice sul Si

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